2013-07-23 16:12:35

Rapporto Caritas internationalis. Mons. Vitillo: solo la carità aiuta a supeare la crisi


Viviamo in un mondo in cui ogni ora 300 bambini muoiono di malnutrizione e quasi un miliardo di persone non accedono all’acqua potabile. Nello stesso tempo, ci sono 1.200 miliardari nel mondo, la più grande quantità mai registrata. Siamo scandalizzati da questa diseguaglianza, ma anche speranzosi perché abbiamo gli strumenti per combatterla. Così si esprime il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, nella presentazione del Rapporto dell’organismo per il 2012, in cui si segnalano i risultati raggiunti, i nuovi scenari della povertà mondiale e le urgenze. Gabriella Ceraso ne ha parlato con mons. Robert Vitillo, consigliere speciale sull'Aids di Caritas:RealAudioMP3

R. - Nel 2012, vi erano 44 appelli per rispondere a situazioni di emergenza in 34 Paesi del mondo. La maggior parte delle risposte era per l’Africa, specialmente nel contesto del conflitto della Repubblica Democratica del Congo, per la situazione di violenze contro le donne e la fame in Africa Occidentale, ma anche la guerra in Siria e la ricostruzione dopo il terremoto in Haiti.

D. - Ma il cuore dei vostri interventi nel 2012 è andato soprattutto alla questione immigrazione e salute dei più piccoli, è cosi?

R. - Sì, sicuramente attenzione alle persone che migrano, promuovendo anzitutto i loro diritti, specialmente nel campo delle badanti che migrano da un Paese a un altro in cerca di lavoro. Ma anche attenzione alla situazione delle vittime della tratta e di quei migranti che rimangono bloccati a una frontiera e non possono passare all’altra, per esempio in America Latina, come pure i rifugiati che rimangono bloccati in Libano o in Giordania a causa della guerra in Siria. Abbiamo anche fatto molto nel campo sanitario. A livello internazionale, difendiamo i diritti dei malati per l’accesso ai medicinali e anche per l’accesso ai programmi che prevengono le malattie, cercando di prevenire specialmente il passaggio del virus Hiv dalla madre al bambino.

D. - Il presidente di Caritas Internationalis, il cardinale Maradiaga, scrive nella presentazione del Rapporto: “Fornire un aiuto non è sufficiente, bisogna rompere il ciclo della povertà”. Questo che significa? Cosa fare?

R. - Promuovere la giustizia, prevenire queste emergenze, promuovere uno sviluppo più equo. Ci sono i soldi da poter distribuire in questo mondo, ma adesso sono mal distribuiti.

D. - Le ingiustizie, dunque, e le disuguaglianze sono il primo problema. Ancora, leggo dall’introduzione che “un altro grosso ostacolo è la crescita del secolarismo nei Paesi più ricchi: non credere in Dio non lascia spazio alla carità”…

R. - Sì. La carità, la pratica della carità, fa parte dell’evangelizzazione. E’ il testimonie diretto della nostra fede in Gesù Cristo, della dignità umana che è dono di Dio.

D. - Quindi, se lei dovesse esprimere il pensiero principale di questo lavoro del 2012, cosa può insegnarci quanto fatto e quanto ancora resta da fare?

R. - Molte organizzazioni dell’Onu e molti governi sono focalizzati sull’economia: ma più di questo dobbiamo promuovere la dignità della persona umana, la sacralità della vita umana e anche fare attenzione allo sviluppo sociale, aiutando le persone marginalizzate a sentirsi con una dignità data da Dio.







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