2013-07-23 09:19:25

Per il presidente delle Filippine, Aquino, primo impegno: lotta alla corruzione


Filippine. Ieri il presidente Benigno Aquino III ha pronunciato l’annuale discorso alla Nazione, passando in rassegna emergenze e progressi registrati nel Paese Asiatico. Sentiamo Stefano Vecchia:

Ieri, subito dopo l'apertura formale delle due camere del parlamento filippino alla sua XVI legislatura, il presidente Benigno Aquino III, ha tenuto un atteso Discorso sullo stato della nazione, il quarto del suo mandato e il primo dopo le elezioni di maggio che hanno garantito alla sua amministrazione una base solida per il prossimo triennio. Al Congresso filippino, il presidente ha chiesto di appoggiare il suo impegno di riforma economica e dei servizi sociali per assicurare una crescita più solida e omogenea al Paese.Aquino che ha il controllo di entrambe le camere del parlamento ha anche chiesto l'impegno per arrivare a un trattato di pace che metta fine al conflitto con i musulmani nel Sud del paese e una seria verifica del codice di condotta dei dipendenti pubblici. Con un linguaggio duro e a volte del tutto popolare, Aquino ha messo sotto accusa l'incompetenza di interi settori dell'amministrazione e puntato il dito ancora una volta contro interessi particolari, corruzione e un uso disinvolto della violenza e del denaro pubblico a scopo politico. Sabato la Conferenza episcopale filippina aveva chiesto con fermezza al presidente di mantenere le sue promesse di benessere e fine a corruzione e malgoverno. Uno stimolo ma anche una mano tesa dopo l'aspra controversia che ha accompagnato e seguito l'approvazione e promulgazione della Legge sulla salute riproduttiva. Un provvedimento sospeso da marzo in attesa di un pronunciamento della Corte suprema che proprio oggi riprende l'esame delle eccezioni di legittimità. Inoltre, anche la classe imprenditoriale si era unita alla Chiesa nei giorni scorsi manifestando scetticismo verso la politica di governo. Scetticismo che appartiene anche ai gruppi che ieri, non lontano dal palazzo del parlamento, hanno dato vita a una folta manifestazione in cui ci sono stati tafferugli con la polizia e in cui è stata data alle fiamme anche un'effigie del presidente.








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