Per il presidente delle Filippine, Aquino, primo impegno: lotta alla corruzione
Filippine. Ieri il presidente Benigno Aquino III ha pronunciato l’annuale discorso
alla Nazione, passando in rassegna emergenze e progressi registrati nel Paese Asiatico.
Sentiamo Stefano Vecchia:
Ieri, subito dopo l'apertura formale delle
due camere del parlamento filippino alla sua XVI legislatura, il presidente Benigno
Aquino III, ha tenuto un atteso Discorso sullo stato della nazione, il quarto del
suo mandato e il primo dopo le elezioni di maggio che hanno garantito alla sua amministrazione
una base solida per il prossimo triennio. Al Congresso filippino, il presidente ha
chiesto di appoggiare il suo impegno di riforma economica e dei servizi sociali per
assicurare una crescita più solida e omogenea al Paese.Aquino che ha il controllo
di entrambe le camere del parlamento ha anche chiesto l'impegno per arrivare a un
trattato di pace che metta fine al conflitto con i musulmani nel Sud del paese e una
seria verifica del codice di condotta dei dipendenti pubblici. Con un linguaggio duro
e a volte del tutto popolare, Aquino ha messo sotto accusa l'incompetenza di interi
settori dell'amministrazione e puntato il dito ancora una volta contro interessi particolari,
corruzione e un uso disinvolto della violenza e del denaro pubblico a scopo politico.
Sabato la Conferenza episcopale filippina aveva chiesto con fermezza al presidente
di mantenere le sue promesse di benessere e fine a corruzione e malgoverno. Uno stimolo
ma anche una mano tesa dopo l'aspra controversia che ha accompagnato e seguito l'approvazione
e promulgazione della Legge sulla salute riproduttiva. Un provvedimento sospeso da
marzo in attesa di un pronunciamento della Corte suprema che proprio oggi riprende
l'esame delle eccezioni di legittimità. Inoltre, anche la classe imprenditoriale si
era unita alla Chiesa nei giorni scorsi manifestando scetticismo verso la politica
di governo. Scetticismo che appartiene anche ai gruppi che ieri, non lontano dal palazzo
del parlamento, hanno dato vita a una folta manifestazione in cui ci sono stati tafferugli
con la polizia e in cui è stata data alle fiamme anche un'effigie del presidente.