Legge su omofobia. Nasce la Manif pour Tous Italia
Si accende in Italia il dibattito sulla proposta di legge contro l’omofobia, in discussione
alla Camera dal 26 luglio. Presentati centinaia di emendamenti ad una norma che prevede
tra l’altro la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa ad associazioni contrarie
al matrimonio gay. Quattro deputati del Pdl hanno proposto una moratoria legislativa
sui temi etici. Oggi è stata annunciata la nascita di La Manif pour Tous Italia con
l’autorizzazione dell’omonima francese e con taglio apolitico e aconfessionale, che
giovedì prossimo manifesterà a piazza Montecitorio. Debora Donnini ha intervistato
uno dei membri del comitato organizzatore della Manif pour Tous Italia, Fabio Buccone:
R. - Il nostro
obiettivo è quello di sensibilizzare attraverso un’opposizione di piazza ed anche
sui social network rispetto a questa legge che, qualora passasse, andrebbe a istituire
un vero e proprio reato di opinione, per il semplice fatto che scoraggerebbe il dissenso
da parte dei singoli cittadini anche associati ad opporsi ad esempio all’adozione
di bambini da parte di coppie omosessuali o transessuali. In questo caso noi riteniamo
che prevalga il diritto del bambino a vivere con un papà ed una mamma rispetto ad
un presunto diritto della coppia omosessuale o transessuale ad averne uno.
D.
- Perché voi nel vostro comunicato parlate di “legge bavaglio”?
R. - Parliamo
di legge bavaglio per il semplice fatto che non permette ai singoli cittadini e alle
associazioni di esprimere la propria posizione contraria o di dissenso, rispetto ad
esempio ai matrimoni omosessuali. Ricordo che nella Commissione Giustizia del Senato
sono in esame tre proposte di legge che parlano esplicitamente di matrimoni, di cui
due esplicitamente di adozioni. In questo caso una manifestazione contro questo tipo
di leggi sarebbe scoraggiata, perché sarebbe una manifestazione che va a discriminare
un presunto diritto da parte appunto dei richiedenti.
D. - Quindi si troverebbero
ad avere problemi anche persone che, secondo l’insegnamento della Chiesa cattolica,
sostenessero che gli atti omosessuali sono “intrinsecamente disordinati”?
R.
- Certo, qui c’è un problema anche di libertà religiosa: chiunque come cattolico sostenesse
ciò che in sintesi viene espresso dal Catechismo della Chiesa cattolica, in questo
caso sarebbe appunto passibile di denuncia. Questo riguarda un problema non soltanto
della Chiesa cattolica ma anche di altre confessioni oppure di altre religioni.
D.
- Voi sostenete che c’è già, in un certo senso, il codice penale per proteggere le
persone di qualsiasi orientamento sessuale siano e chiaramente ribadite il rispetto
verso le persone omosessuali…
R. – Sì, già il codice penale in linea con la
Costituzione permette la difesa delle persone omosessuali, lesbiche e transessuali
in questo caso. Noi ribadiamo con molta forza il rispetto della dignità umana e le
varie forme in cui essa si esprime. Questo sì, lo ribadiamo con forza.