Il Papa a Rio: non ho oro e argento, porto Cristo. Facciamo spazio ai giovani, possano
costruire la loro vita
Il Papa è giunto nel Giardino del Palazzo Guanabara per la cerimonia di benvenuto
con circa un'ora di ritardo dopo un primo bagno di folla per le vie della città di
Rio. Dopo l'esecuzione degli inni vaticano e brasiliano e gli onori militari, ha preso
la parola la presidente Rousseff: "Ho un immenso piacere darle il benvenuto - ha detto
- è un onore per il popolo brasilaino perché è il primo Papa latinaomericano". Sappiamo
- ha proseguito - che lei è un leader religioso sensibile alla giustizia sociale -
ha proseguito - nemico della diseguaglianza e della globalizzazione dell'indifferenza,
attento ai più poveri, come dice anche il nome che ha scelto. Il Brasile ha fatto
grandi passi avanti sul fronte dello sviluppo sociale ma c'è ancora molto da fare.
La fame e la sete di giustizia hanno fretta. Così le manifestazioni di queste settimane
significano questa sete di maggiore giustizia e inclusione sociale. I giovani - ha
concluso il capo di Stato - vogliono che la politica risponda alle loro esigenze e
che la politica non sia terreno di privilegi, vogliono eliminare le discriminazioni,
vogliono lottare per la giustizia, la fratellanza in vista di un mondo migliore.
“Nella
sua amorevole provvidenza – ha detto il Papa nel suo primo discorso in terra brasiliana
- Dio ha voluto che il primo viaggio internazionale del mio Pontificato mi offrisse
la possibilità di ritornare nell’amata America Latina, concretamente in Brasile, Nazione
che si vanta dei suoi saldi legami con la Sede Apostolica e dei suoi profondi sentimenti
di fede e di amicizia che sempre l’ha tenuta unita, in modo singolare, al Successore
di Pietro. Rendo grazie per questa benevolenza divina”.
Quindi il Papa ha proseguito:
“Ho imparato che, per avere accesso al Popolo brasiliano, bisogna entrare dal portale
del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente
a questa porta. Chiedo permesso per entrare e trascorrere questa settimana con voi.
Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù
Cristo! Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in
ogni cuore; e desidero che a tutti e ciascuno giunga il mio saluto: La pace di Cristo
sia con voi!”.
Il Papa saluta “con deferenza” la Signora Presidente e i membri
del suo Governo: “La ringrazio per la generosa accoglienza e per le parole con cui
ha voluto manifestare la gioia dei brasiliani per la mia presenza nella loro Nazione.
Saluto anche il Signor Governatore di questo Stato, che gentilmente ci accoglie nel
Palazzo del Governo, e il Sindaco di Rio de Janeiro, come pure i Membri del Corpo
Diplomatico accreditato presso il Governo brasiliano, le altre Autorità presenti e
tutti coloro che si sono prodigati per far diventare realtà questa mia visita”.
“Voglio
rivolgere una parola di affetto ai miei fratelli Vescovi – ha proseguito - sui quali
grava il compito di guidare il gregge di Dio in questo immenso Paese, e alle loro
dilette Chiese particolari. Con questa mia visita desidero proseguire nella missione
pastorale propria del Vescovo di Roma di confermare i fratelli nella fede in Cristo,
di incoraggiarli nel testimoniare le ragioni della speranza che scaturisce da Lui
e di animarli ad offrire a tutti le inesauribili ricchezze del suo amore”.
“Come
è noto – ha aggiunto - il motivo principale della mia presenza in Brasile trascende
i suoi confini. Sono venuto infatti per la Giornata Mondiale della Gioventù. Sono
venuto a incontrare giovani arrivati da ogni parte del mondo, attratti dalle braccia
aperte del Cristo Redentore. Essi vogliono trovare un rifugio nel suo abbraccio, proprio
vicino al suo Cuore, ascoltare di nuovo la sua chiara e potente chiamata: Andate e
fate discepoli tutti i popoli”.
Il Papa ha poi affermato: “Questi giovani provengono
dai diversi continenti, parlano lingue differenti, sono portatori di culture variegate,
eppure trovano in Cristo le risposte alle loro più alte e comuni aspirazioni e possono
saziare la fame di una verità limpida e di un amore autentico che li uniscano al di
là di ogni diversità. Cristo offre loro spazio, sapendo che non può esserci energia
più potente di quella che si sprigiona dal cuore dei giovani quando sono conquistati
dall’esperienza dell’amicizia con Lui. Cristo ha fiducia nei giovani e affida loro
il futuro della sua stessa missione: “Andate, fate discepoli”; andate oltre i confini
di ciò che è umanamente possibile e generate un mondo di fratelli. Ma anche i giovani
hanno fiducia in Cristo: essi non hanno paura di rischiare con Lui l'unica vita che
hanno, perché sanno di non rimanere delusi”.
“Nell’iniziare questa mia visita
in Brasile – ha detto il Papa - sono ben consapevole che, rivolgendomi ai giovani,
parlo anche alle loro famiglie, alle loro comunità ecclesiali e nazionali di provenienza,
alle società in cui sono inseriti, agli uomini e alle donne dai quali dipende in gran
misura il futuro di queste nuove generazioni. È comune da voi sentire i genitori che
dicono: “I figli sono la pupilla dei nostri occhi”. Come è bella questa espressione
della saggezza brasiliana che applica ai giovani l'immagine della pupilla degli occhi,
la finestra attraverso la quale la luce entra in noi regalandoci il miracolo della
visione! Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo
andare avanti? Il mio augurio è che, in questa settimana, ognuno di noi si lasci interpellare
da questa domanda provocatoria”.
“La gioventù – ha rilevato - è la finestra
attraverso la quale il futuro entra nel mondo", e quindi "ci impone grandi sfide.
La nostra generazione si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane
quando saprà offrirgli spazio; questo significa tutelarne le condizioni materiali
e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire
la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinché diventi ciò che può essere;
trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte
trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli
l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui
le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile
del destino di tutti”.
Il Papa ha poi concluso: “Chiedo a tutti la gentilezza
dell’attenzione e, se possibile, l'empatia necessaria per stabilirne un dialogo tra
amici. In questo momento, le braccia del Papa si allargano per abbracciare l'intera
nazione brasiliana, nella sua complessa ricchezza umana, culturale e religiosa. Dall’Amazzonia
fino alla pampa, dalle regioni aride fino al Pantanal, dai piccoli paesi fino alle
metropoli, nessuno si senta escluso dall’affetto del Papa. Dopodomani, a Dio piacendo,
ho in animo di ricordarvi tutti a Nostra Signora Aparecida, invocando la sua materna
protezione sulle vostre case e famiglie. Fin d’ora vi benedico tutti. Grazie per il
benvenuto!”.