2013-07-21 15:28:20

Consiglio ecumenico delle Chiese: l'accesso all'acqua sia un diritto per tutti


Garantire “un accesso universale, anche ai poveri e alle persone emarginate, all’utilizzo dell’acqua potabile e dei servizi igienici”: è questo l’appello ai Governi e alla comunità internazionale rivolto dai partecipanti a un recente incontro, a Berlino, promosso dalla Rete ecumenica dell’acqua (Ecumenical Water Network, Ewn) del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) per ispirare risposte e azioni concrete per la giusta distribuzione dell’acqua. In un comunicato ripreso dall’Osservatore Romano, il Cec rende noto che al termine dell’incontro è stato pubblicato un documento nel quale si riafferma la necessità di garantire il diritto all’acqua e alla vita. “L’acqua —ricorda il testo — è un elemento essenziale per la vita di ogni creatura” ed è anche “un tema centrale nella vita spirituale”. Per questo occorrono “azioni responsabili per preservarla e distribuirne i benefici a tutte le creature”. Nel documento si sottolinea ancora — richiamando il tema della prossima assemblea generale del Cec, che si terrà in autunno a Busan (Corea del Sud) sul tema “Il Dio della vita ci conduce alla giustizia e alla pace” — che “Dio ci conduce all’abbondanza della vita e della pace anche attraverso la giustizia nella distribuzione delle risorse idriche”. Nel testo si offrono, fra l’altro, una serie di dati per spiegare la difficile situazione nella quale vivono milioni di persone. La mancanza di acqua potabile e di servizi igienici provocano complessivamente almeno il 10 per cento di tutte le malattie su scala mondiale e circa 3 milioni di persone muoiono ogni anno per tali cause. Circa 800 milioni di persone non hanno accesso a fonti sicure di acqua potabile e ogni giorno 4.000 bambini in tutto il mondo muoiono per malattie legate all’acqua. Inoltre, denuncia il documento l’utilizzo irresponsabile dell’acqua o di altre risorse a scopi agricoli e industriali, il degrado ambientale e l’inquinamento alimentano i conflitti nel mondo. Di qui l’appello ai Governi a “rinnovare i loro impegni” per garantire che l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici sia considerato un autentico diritto umano e l’impegno delle Chiese a farsi promotrici attive di questo diritto presso le sedi istituzionali internazionali. (A cura di Lisa Zengarini)







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