2013-07-20 10:56:11

Le due anime di Rio, dai grattacieli alle favelas


A Rio de Janeiro è tutto pronto per ricevere il Papa. Una città stupenda tanto da far dire al beato Giovanni Paolo II che solo un “architetto divino poteva crearla" confermando quanto dicono i brasiliani che Dio creò il mondo in sei giorni ed il settimo lo dedicò a far nascere Rio. Ma la città carioca è anche una metropoli dai grandi contrasti. Il servizio di Roberto Piermarini:RealAudioMP3

Quando si parla della “Cidade Maravilhosa” si pensa subito al mare, alla spiaggia di Copacabana, al Pan di zucchero, al Cristo Redentore sul Corcovado, ai grattacieli che si specchiano sulla baia. Ma c’è l’altra Rio, che si cerca di non guardare mai, ma che esiste. E’ la Rio delle favelas. Una realtà che la Chiesa non ha voluto mai nascondere: con Giovanni Paolo II che nell’80 visitò quella di Vidigal mentre Papa Francesco nel suo pellegrinaggio a Rio ha voluto inserire – il 25 luglio - la visita alla favelas di Varginha. Di favelas a Rio se ne contano almeno 700 ma nessuno ne conosce il numero preciso. Sono aggrappate ai “morros”, le decine e decine di colline che circondano la città e vi abitano – tra casupole colorate, reticoli di viottoli, fili della luce, antenne e parabole – un milione e mezzo di persone. Un universo guardato con diffidenza dalla city, dalla metropoli dei grattacieli, degli hotel extralusso e delle spiagge da sogno. Esistono due Rio: quella bassa – dove paradossalmente vive la classe medio-alta – che vede le favelas come un concentrato di criminalità, violenza, narcotraffico e miseria; e quella alta dei “morros” che considera il resto della città un mondo incomprensibile e nemico. Gli abitanti delle favelas non amano chiamarle così, neppure baraccopoli, ma parlano di “comunità” dove non c’è solo criminalità e miseria, ma una popolazione di lavoratori che vive in quelle aree perché è l’unico posto dove possono permettersi di pagare un affitto. Nel 2008 in vista dei grandi eventi brasiliani come la Gmg, i Mondiali di calcio e le Olimpiadi, il governo ha compiuto un’opera di “bonifica” dalla criminalità inviando nelle favelas, corpi speciali delle Forze dell’ordine che dopo aver dato la caccia ai narcos, installano unità di polizia che interagiscono con la popolazione per migliorarne il clima. Il governo entro il 2016 conta di bonificare una quarantina di favelas. Ora però – secondo la Chiesa - in quello che era un microcosmo che funzionava seppure nell’illegalità, lo Stato deve fornire servizi: scuole, acqua potabile, aiuti per l’occupazione. Solo così si potrà avere un progetto in grado di fornire assistenza nei quartieri dei “morros”, non più considerati una malattia, ma una parte integrante di Rio. Dall’alto del Corcovado, il Cristo redentore con le sue braccia aperte, sembra voler invocare l’unità tra le due anime della città.







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