"Il popolo brasiliano,
in genere i latinoamericani, ha il cuore in mano quando si tratta di accogliere le
persone. Lo sta dimostrando in questi giorni che precedono la Gmg; quel poco che ha
lo divide con grande allegria e generosità per i pellegrini che giungono. E' davvero
bello poter condividere con loro questo entusiasmo". P. Cesare Ciceri, missionario
scalabriniano da tredici anni in Brasile, parroco nella diocesi di S. Sebastiao di
Rio de Janeiro, descrive il clima della città che è pronta per ospitare i pellegrini
che stanno arrivando per incontrare il Papa. "Nonostante anche qui si viva un certo
allontanamento dalla fede da parte dei giovani, coloro che la vivono, lo fanno in
maniera molto forte e radicale. Se pensiamo che gran parte di loro di giorno lavora
e di notte studia, è un miracolo che riescano a dedicarsi alla pratica di fede con
impegno. La presenza di Papa Francesco - afferma il religioso - darà sicuramente una
scossa alla Chiesa". Don Luca Ramello, direttore dell'Ufficio di Pastorale Giovanile
della diocesi di Torino, accompagnerà oltre duecento giovani a Rio: "Viviamo giorni
di grande trepidazione. Ci faremo contagiare dallo stile diretto, di simpatia e gioia
tipicamente evangelica di Papa Francesco. Dall'esperienza del Sinodo dei giovani
che abbiamo vissuto quest'anno a Torino, abbiamo imparato che è proprio l'ascolto
dei giovani la via maestra per rinnovare la Chiesa. Questo non significa mitizzare
i giovani o canonizzarli. Essi, come tutti, portano con sé i limiti e la grazia di
ciascun battezzato. Già l'esempio di S. Benedetto ci può essere d'aiuto: egli voleva
sempre ascoltare il parere e il consiglio del più giovane in monastero. I giovani
sono la frontiera più esposta, nel bene e nel male. Il desiderio di Francesco di visitare
le periferie - aggiunge Don Luca - deve illuminarci sul nostro modo fare pastorale
giovanile. Spesso i giovani hanno poco diritto di parola e poco margine di azione,
sono più sommersi dai nostri discorsi che dalle opportunità che diamo loro. Il Vangelo
è fatto sì di Gerusalemme, ma è fatto anche e soprattutto di tante realtà periferiche,
anonime, ma così preziose. Francesco ci sta comunicando proprio di rivalutarle, e
lo sta facendo senza falsi pietismi, ma con un'andatura leggera, che ha il passo dello
Spirito". (a cura di Antonella Palermo)