Egitto. Tensione per il venerdì di Ramadán, nuove vittime nel Sinai
Sale la tensione in Egitto, dove oggi si celebra il secondo venerdì del Ramadán. Si
attendono proteste dai ribelli Tamarod, mentre per il versante della Fratellanza musulmana,
gli occhi sono puntati sull’immenso sit-in davanti alla moschea di Rabaa Al-Adaweya.
Il governo revoca il passaporto diplomatico a Morsi e a breve dovrebbe istituire una
commissione per la revisione della Costituzione provvisoria, di cui dovrebbero far
parte anche esponenti delle Chiese presenti nel Paese. Roberta Barbi:
Secondo
venerdì del mese sacro di Ramadán, in Egitto, dove è attesa una nuova giornata di
proteste contrapposte. La Fratellanza musulmana ha chiamato i suoi in piazza con la
promessa che la manifestazione odierna “manderà al mondo un messaggio sentito dalla
maggior parte degli egiziani: che il golpe avvenuto in Egitto ha confermato la fine
della sovranità del popolo”. Sul fronte opposto, anche i ribelli Tamarod fanno sapere
che torneranno a protestare. Intanto le forze armate egiziane comunicano che garantiranno
il diritto a manifestare pacificamente, ma risponderanno con fermezza se si verificheranno
violenze. Il ministero degli Esteri egiziano ha revocato il passaporto diplomatico
al deposto presidente Morsi, alla sua famiglia e al suo staff: la decisione è stata
presa dal presidente ad interim Mansour, che ieri è apparso in video per il suo primo
discorso alla nazione in occasione dei 30 anni dalla guerra del Kippur, ribadendo
che l’obiettivo della rivoluzione del 30 giugno era “ristabilire la statura e il prestigio
dell’Egitto”. Infine si continua a morire nel Sinai: anche oggi, nel nord, un poliziotto
è stato ucciso e uno è rimasto ferito in quella che è diventata ormai terra di nessuno,
tanto che Israele ha consentito al Cairo di schierare truppe.