Egitto: continuano le manifestazioni e gli scontri. L'Onu pronta a inviare una missione
In Egitto continuano le manifestazioni di oppositori e difensori del deposto presidente
Morsi. Scontri si sono registrati ieri pomeriggio nel perimetro della moschea di al-Azhar,
al Cairo. Malgrado le tensioni, però, secondo la stampa, proseguono le trattative
tra rappresentanti dell’islam politico e le nuove autorità provvisorie, mentre le
Nazioni Unite si dicono pronte a inviare una missione in Egitto, per seguire gli sviluppi
della situazione. La Cronaca nel servizio di Francesca Sabatinelli: Il primo raid egiziano
sulle forze israeliane nel Sinai, era l’ottobre del 1973, è stato ricordato oggi al
Cairo con marce organizzate dalla fratellanza musulmana confluite poi nel sit-in in
appoggio a Morsi, davanti alla moschea Rabaa el Adaweya, dal 3 luglio, giorno della
destituzione, base degli islamisti in opposizione alla piazza Tahrir dei manifestanti
anti-presidente. Decine di migliaia di pro-Morsi sono scesi per le strade del Cairo
per chiederne il ritorno al potere, proprio nel giorno in cui il ministero degli esteri
egiziano ha revocato il passaporto di Morsi, quelli della famiglia e dello staff.
Una decisione presa su richiesta del presidente ad interim Mansour che ieri sera in
un messaggio aveva promesso per il paese una sicurezza che però per il momento sembra
molto lontana; proprio la situazione di instabilità in Egitto sarebbe infatti all’origine
della decisione di Israele di dispiegare il proprio sistema di difesa missilistico
Iron Dome nei pressi di Eilat, località turistica del Mar Rosso, al confine con l’Egitto. Ultimo
aggiornamento: 20 luglio