Brasile, la forza di un Paese con grandi paradossi sociali e culturali
"Le proteste sociali
di questi giorni si spiegano con la politica brasiliana vittima dei successi di questi
anni". Per Paolo Magri, vicepresidente dell'Ispi, Istituto per gli Studi di Politica
Internazionale, "il Paese in questi anni è cresciuto, oggi un po' meno, ma disuguaglianza
e povertà sono radicalmente diminuite, passando da una povertà assoluta del 30% della
popolazione nel 1977, al 20% dei nostri giorni". "Si è formato in questi anni un ceto
medio, grazie al programma del governo Lula di incentivi alle famiglie, obbligate
a mandare i loro figli a scuola in cambio di aiuti economici e sanitari". "Ceto medio
che oggi chiede di più, trasporti che funzionano, ospedali organizzati, ceto medio
che ha dignità ma non ancora cittadinanza nel Paese", ostacolato spesso dalla corruzione
e dagli interessi di pochi. Il sociologo Francesco Morace, presidente dell'Istituto
di ricerca sull'innovazione sociale per il marketing Future Concept Lab con
sede a Milano e San Paolo, nel libro "Eu, Brasil" (Nomos edizioni), sottolinea le
potenzialità di un Paese "con grandi paradossi culturali e sociali ma anche con grande
vitalità creativa e produttiva". "Una società, quella brasiliana, caratterizzata da
un sincretismo culturale e religioso di cui i giovani, tecnologicamente molto avanzati,
sono l'espressione più forte". (a cura di Luca Collodi)