Nelle settimane scorse il Brasile che accoglie la Gmg è stato scosso da una serie
di proteste con migliaia di persone che sono scese in piazza nelle maggiori città
del Paese, per manifestare contro la corruzione, il costo della vita e lo sperpero
di denaro per i Mondiali di calcio del 2014 e per chiedere più investimenti nell’istruzione
e nella sanità. Le proteste sono avvenute durante la Confederation Cup a dimostrazione
che il calcio non riesce più a “narcotizzare” i problemi che attraversa il Paese.
Il servizio di Roberto Piermarini:
La protesta
è iniziata l’11 giugno con le manifestazioni contro l’aumento del prezzo dei biglietti
degli autobus, ma si è rapidamente trasformata in un movimento più ampio che ha messo
in discussione la distribuzione delle ricchezze in Brasile ed il fatto che a beneficiare
degli ospedali e dei nuovi e sfavillanti stadi sportivi, siano solo in pochi. Come
recita un cinico proverbio brasiliano “tudo acaba em samba”, tutto finisce in un samba.
Per decenni chi ha guidato il Paese ha fatto affidamento su questo luogo comune ma
oggi l’economia brasiliana – dopo il boom del decennio scorso - comincia a vacillare.
Nel 2012 la crescita è stata solo dello 0,9%, una percentuale che vede il Paese in
coda alle economie emergenti del Brics, di cui il Brasile fa parte insieme a Russia,
India, Cina e Sudafrica. Nel 2002 con l’elezione di Lula da Silva, il Paese grazie
ad investimenti miliardari, ha varato programmi sociali per i poveri, con 30 milioni
di brasiliani che sono passati dalla sussistenza al consumo, diventando classe media.
Con i primi segni di crisi, le misure economiche adottate dalla Presidente Rousseff,
si sono arenate nei gangli burocratici del governo e la crescita dell’inflazione ha
causato l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dei servizi. Le autorità sperano
di ottenere benefici dai Mondiali di calcio del 2014 e dalle Olimpiadi del 2016 ma
le strutture per accogliere questi eventi, sono costati molti miliardi in più del
previsto. In Brasile ora si teme che le proteste possano riprendere per la Gmg di
Rio, approfittando della visibilità mondiale della presenza del Papa, ma l’arcivescovo
della città, mons. Tempesta, assicura che il desiderio espresso dai manifestanti di
costruire una civiltà migliore, appartiene allo spirito della Gmg. Gli fa eco il cardinale
brasiliano Braz de Aviz il quale afferma che “non si può ricercare la soluzione dei
problemi sociali al di fuori della visione della fede come non può esserci un rapporto
con Dio senza un impegno sociale profondo”.