2013-07-18 15:49:53

Convegno a Roma sulla tratta: 10 milioni nel mondo le vittime, ma è solo la punta dell'iceberg


Nel mondo le vittime di tratta e traffico di esseri umani sono oltre 10 milioni, tra uomini, donne e bambini: ‘una vergogna del nostro tempo’. La presidente della Camera, Laura Boldrini, in un convegno giovedì a Roma, ha puntato il dito su uno dei fenomeni più gravi del nostro tempo, definito “una nuova schiavitù” e che interessa anche l’Italia, con circa 20mila vittime. Oltre il 70% delle persone coinvolte sono donne, spesso giovanissime – ha spiegato la Boldrini – “vengono dai confini orientali dell'Europa, dall’Africa e dal Sudamerica, a cui viene promessa una nuova vita in Europa” dove poi invece vengono “minacciate, segregate, costrette a vendere i propri corpi per poter ripagare i debiti pretesi dai trafficanti”. E’ inoltre in aumento, ha aggiunto la rappresentante speciale dell’Osce (Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa) Maria Grazia Giammarinaro, lo sfruttamento per fini “lavorativi e di accattonaggio in settori vitali per l’economia dell'Italia, come l’edilizia, il turismo o l’agricoltura”. Da sempre impegnata a combattere il traffico di minori è l’Ong Terre Des Hommes. Francesca Sabatinelli ne ha intervistato il presidente Raffaele K. Salinari, che spiega perché le cifre denunciate in realtà non siano altro che la punta di un iceberg:RealAudioMP3

R. – Sono dati parziali, prima di tutto perché non esiste un coordinamento tra le forze di polizia a livello internazionale, non esiste uno scambio dati e quindi una banca dati attendibile. Secondo: questo è un fenomeno organizzato, ovviamente, dalle grosse criminalità organizzate che hanno tutto l’interesse a non far risaltare questo fenomeno; e terzo, perché c’è ancora una grande confusione riguardo alle definizioni di “tratta” e “traffico”: il traffico riguarda tutte le persone di minore età. Anche se un ragazzino ‘mi chiede’ di essere portato da una parte all’altra, in realtà questo minore è trafficato. Sono due termini che non sono sovrapponibili e che quindi creano una sovrapposizione di numeri che non rende ragione all’ampiezza del fenomeno.

D. – Traffico e tratta possono rispondere a bieche ragioni, che vanno dallo sfruttamento sessuale, al lavoro forzato, all’espianto degli organi, all’accattonaggio: è questo, quindi, il panorama?

R. – Il panorama è quello di un’economia criminale la cui zona grigia rispetto all’economia legale è sempre più ampia. Tutto ciò che ha plusvalenza in questo sistema, viene in qualche maniera favorito. Le cose che hanno maggiore plusvalenza, da sempre sono: lo sfruttamento della prostituzione, le droghe e le armi. Dietro allo sfruttamento della prostituzione, ovviamente troviamo il traffico di esseri umani, in particolare dei minori; quando parliamo delle armi parliamo anche dei bambini-soldato, e quindi parliamo ancora una volta di traffico di bambini allo scopo, appunto, di farli diventare bambini-soldato; e quando parliamo di droga, parliamo anche lì dello sfruttamento minorile per quanto riguarda i piccoli corrieri della droga che sono quelli più usati dalla criminalità organizzata.

D. – Dal punto di vista della protezione delle vittime, l’Italia a che punto è con la legislazione?

R. – Bè, noi siamo in un vuoto di civiltà giuridica notevole, devo dire. Abbiamo ratificato la Convenzione di Palermo anche contro il crimine transnazionale organizzato non molti anni fa, in cui c’era anche il discorso della tratta e del traffico. Però, per esempio, tutto l’articolo 18 di quella Convenzione che ha a che fare con il fondo di protezione, che avrebbe dovuto essere alimentato – per esempio – con i beni sottratti alla mafia, ha zero – zero! – euro. Quindi siamo messi veramente molto male, rispetto all’implementazione di questa Convenzione. Ora, poi, mi porto sulla stretta attualità italiana di questi giorni: non dimentichiamo che una delle due donne kazakhe che sono state rimpatriate è una donna di sei anni, quindi una bambina. Quindi, in ogni caso questa bambina sarebbe dovuta rimanere sul nostro territorio nazionale ed essere – appunto – protetta. Quindi, l’Italia ha violato, non più di qualche giorno, fa per l’ennesima volta, la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia.

D. – C’è da dire anche che l’Italia è indietro per quanto riguarda la ratifica della direttiva Ue in materia …

R. – Certamente! L’Italia è ancora lì che discute di tutto questo. Tra l’altro, si tratta di una direttiva relativamente recente, che ha visto organizzazioni come la nostra partecipare attivamente, quindi, ovviamente, ci si aspettava la partecipazione di una nazione importante come l’Italia che fa la differenza non solo perché è una nazione del G8, ma perché è il famoso ponte del Mediterraneo: l’Italia ha una posizione geopolitica che la pone come punta avanzata del contrasto e della prevenzione di questo fenomeno. Se manca l’Italia, manca un grosso pezzo di Europa al contrasto e alla prevenzione del traffico e della tratta di esseri umani!

Ultimo aggiornamento: 20 luglio







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