Il direttore di Caritas Jerusalem: “Gaza è una prigione a cielo aperto”
È drammatico il resoconto che fa alla Fides padre Raed Abusahlia, il direttore generale
della Caritas Jerusalem, appena tornato da una missione nella Striscia di Gaza, dove
sono concentrate un milione e 700 mila persone, un terzo delle quali vive sotto la
soglia di povertà. “Una prigione a cielo aperto”, la definisce il sacerdote, che nella
sua testimonianza racconta come alla condizione indicibile delle coste a rischi epidemie
e all’embargo imposto da Israele, si aggiunga a peggiorare la situazione anche la
chiusura delle gallerie sotterranee da parte dell’Egitto che ha anche serrato il valico
di Rafah. Nella Striscia manca tutto, a partire dai medicinali, ed è proprio un carico
di farmaci che la Caritas è andata a consegnare alle strutture sanitarie che l’organizzazione
gestisce in loco: il centro medico insediato nelle aree dei campi profughi in cui
lavorano 18 volontari; il centro protesi artificiali per le persone rese invalide
dalle recenti operazioni belliche israeliane; e i diversi gruppi di soccorso psicologico
per i bambini traumatizzati dai bombardamenti. (R.B.)