Filippine: proseguono i negoziati per l’autonomia del Mindanao. Raggiunto l’accordo
sulle attività estrattive
Prosegue nelle Filippine il complesso cammino negoziale verso una nuova autonomia
delle regioni a maggioranza musulmana di Mindanao, dopo 40 anni di conflitto e 120mila
morti. Domenica scorsa l’accordo sui proventi delle attività estrattive, mentre sul
terreno non si fermano gli scontri con i gruppi che rifiutano la trattativa. Il servizio
di Stefano Vecchia:
I negoziatori
governativi e quelli del Fronte islamico di liberazione Moro, maggiore formazione
ancora attiva del movimento indipendentista di matrice islamica nel meridione filippino,
hanno raggiunto domenica nella capitale malese Kuala Lumpur un'indispensabile convergenza
sulla divisione dei proventi delle attività estrattive. Secondo l'accordo, parte di
un allegato di carattere finanziario al testo principale delle trattative, l'autonomia
riceverà il 75% del ricavato dalla vendita di oro, rame, zinco, piombo e delle altre
risorse minerarie provenienti dalle aree autonome, oltre alla metà dei proventi dalla
vendita di energia prodotta in loco. Sul tappeto è ora la gestione delle imposte locali
e la concessione di fondi annuali per consentire il funzionamento essenziale della
nuova autonomia, ma il vero prossimo ostacolo sarà il disarmo della guerriglia. Il
gruppo di negoziatori di parte governativa guidati da Miriam Coronel-Ferrer, un'accademica
a cui lo scorso anno è stato affidato un compito difficile per ostacoli concreti e
per sfiducia tra le parti, si troverà pienamente di fronte le contraddizioni della
regione, dove le tradizionali divisioni e rivalità mettono a rischio accordi ottenuti
con interlocutori non da tutti condivisi. Se il Fronte islamico di liberazione Moro
è da tempo diventato referente privilegiato del governo filippino, gruppi come Abu
Sayyaf e, più di recente, i Combattenti per la libertà del Bansgamoro continuano a
impegnare militari e servizi di sicurezza. Occorre ricordare che ancora lo scorso
fine-settimana altri due soldati e cinque guerriglieri sono rimasti uccisi in scontri
armati. Un numero complessivo di vittime simile a quello della settimana precedente.