Violenza donne. Boldrini:" Una strage inesorabile,occorre un cambiamento culturale"
Serve una legge per tutelare la dignita' delle donne anche nella pubblicita' e nella
comunicazione: ne sono convinte il segretario della Cgil, Susanna Camusso e la presidente
della Camera Laura Boldrini che ne hanno parlato insieme intervenendo ieri al convegno
'La violenza sulle donne e' un'emergenza. L'immagine e il potere' organizzato alla
Camera del Lavoro di Milano. Ce ne parla Gabriella Ceraso:
E’ una strage
che prosegue inesorabile e indisturbata quella nei confronti delle donne: a dirlo
è il presidente della Camera Laura Boldrini, dando i numeri di un’emergenza. 2061
gli omicidi dal 2000 al 2011, oltre 1400 maturati in ambito familiare, e 60 le donne
uccise da gennaio 2013. È un’emergenza, dice la Boldrini, in quanto è un fenomeno
gravissimo, ma non perchè è imprevedibile, dato che gran parte delle vittime aveva
gia' fatto una denuncia. C’è violenza anche sui luoghi di lavoro e il sindacato dovrebbe
tornare ad essere un riferimento, aggiunge la leader Cgil Camusso che chiede di inserire
i centri antiviolenza nei livelli essenziali di assistenza. Un’ipotesi giusta ma non
sufficiente, commenta la presidente di Telefono Rosa Gabriella Carnieri
Moscatelli:
“Lo Stato se ne deve fare carico certo, ma come case e centri
di accoglienza che nulla hanno a che vedere con la rete sanitaria. La violenza sulle
donne è una questione di educazione e di cultura”.
Occorre dunque un cambiamento
innanzitutto culturale oltre che istituzionale, si ribadisce dal Convegno di Milano:
le donne sono uccise in quanto tali, perche' la loro autonomia è ritenuta insopportabile.
Ma il rispetto della donna è un fatto che passa anche dall'uso della lingua e dell'immagine:
“solo il 2% delle donne in tv parla, il resto” - sostiene la Boldrini – “è muto e
svestito". E questo in Europa non è fatto usuale; il tempo è ''maturo'' per una legge
ad hoc. Ancora la presidente di Telefono Rosa:
“Sono tornata da una settimana
dal Belgio e lo stesso yogurt a Bruxelles è pubblicizzato in una maniera e in Italia
in un’altra. Perché? Perché abbiamo una cultura della donna completamente diversa”.