Italia: crisi più dura per gli immigrati, ma cresce il lavoro straniero non qualificato
I lavoratori stranieri in Italia sono, nel 2012, circa 2 milioni e 334 mila. Lo rileva
il Rapporto annuale sugli immigrati nel mercato del lavoro in Italia, curato dalla
Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del ministero
del Lavoro e presentato ieri, alla presenza del ministro del Lavoro Enrico Giovannini,
a Roma nella sede del Cnel. Rispetto all’anno precedente, si riscontra una crescita
dell’occupazione, tra gli stranieri, di circa 82 mila persone, accompagnata da una
diminuzione di 151 mila occupati italiani. Nonostante questo dato si registra comunque,
tra gli immigrati, insieme all'aumento della popolazione complessiva anche un incremento
del tasso di disoccupazione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Aumentano gli
stranieri occupati mentre diminuiscono gli occupati italiani. Su questo dato si sofferma
Olivero Forti, responsabile dell'ufficio immigrazione di Caritas italiana:
“Si
conferma un trend ormai storico nel mercato del lavoro italiano,
ovvero una crescita – anche se chiaramente ridotta in periodi di crisi – di impieghi
a bassa qualifica che vogliono, a quanto pare, svolgere ancora ed esclusivamente cittadini
stranieri, e dico – appunto – nonostante la crisi. Il lavoratore italiano, nonostante
la profonda disoccupazione e una situazione di crisi ormai conclamata, è ancora in
una condizione di non voler accettare attività a bassa qualifica. Per questo, il dato
registra ancora un aumento di lavoratori stranieri”.
Nonostante la crescita,
in valore assoluto, dell’occupazione straniera e, parallelamente, la diminuzione della
componente italiana, la crisi ha colpito in misura relativamente più accentuata proprio
gli immigrati. Tra gli stranieri, si riducono nettamente le posizioni qualificate
che passano dall’8,2% del 2008 al 5,9% del 2012. Le condizioni lavorative più svantaggiate
si riflettono anche sulla retribuzione netta mensile che per gli stranieri è, in media,
più bassa e si attesta, nel 2012, a 968 euro contro i 1.304 dei lavoratori italiani.
I disoccupati stranieri, nel 2012, sono quasi 385 mila. Il tasso di disoccupazione,
tra gli stranieri, è di circa il 14%, di quattro punti superiore a quello della componente
italiana. Ancora Oliviero Forti:
“Che si stia registrando un aumento dei
disoccupati tra gli stranieri, questa è una condizione che noi, come sistema-Caritas,
verifichiamo ormai quotidianamente, seguita da un aumento delle richieste di cittadini
stranieri che vogliono tornare nel loro Paese. Chi vede il proprio progetto migratorio
messo definitivamente in discussione, quando può – questo, ovviamente, non riguarda
tutte le nazionalità – decide di rientrare nei propri Paesi di origine”.
Nei
prossimi decenni, saranno accentuate le criticità delle dinamiche dei flussi migratori
in Europa e, in particolare in Italia. Il presidente del Cnel, Antonio Marzano:
“E’
soprattutto il futuro prospettico che preoccupa: in Europa, la popolazione diminuirà
di 50 milioni entro il 2050 e in Africa, invece, crescerà la popolazione di un miliardo
di persone nel 2050. Teniamo presente che in Nord Africa il 20% della popolazione
vive con meno di due dollari al giorno. Questa è una situazione secondo me terrificante.
Bisogna che lo Stato italiano e il popolo italiano continuino a dimostrare sensibilità,
per evitare quella che è stata definita, in modo così autorevole, “la globalizzazione
dell’indifferenza”.
Il fabbisogno di manodopera straniera in Italia tenderà
dunque ad aumentare. Ma a questo trend si deve accompagnare un incremento del
tasso di crescita. Ancora Antonio Marzano:
“Il ruolo dell’immigrazione crescerà,
ma per quanti sforzi si facciano sul piano sociale, bisogna che l’economia torni a
crescere. Se il tasso di crescita continua a rimanere zero, o addirittura negativo,
allora costoro che vengono in Italia saranno profondamente delusi. Oltretutto, c’è
la probabilità che col tempo, se la crisi durasse, i giovani italiani finiscano per
fare i lavori dequalificati che fino a oggi hanno fatto piuttosto gli immigrati: a
quel punto, ci sarà concorrenza fra i lavoratori italiani e quelli stranieri. Bisogna
tornare a crescere”.
Nel 2012, in Italia, quasi la metà di lavoratori
domestici, tra cui colf e badanti, è extracomunitaria. In prevalenza si tratta di
immigrati provenienti da Ucraina, Filippine e Moldavia. In Italia, infine, è del 9.1%
infine la percentuale di imprese individuali con titolari extracomunitari.