2013-07-15 15:53:11

Il vescovo di Lugano: Chiesa svizzera molto attenta ai problemi dell'immigrazione


La Chiesa in Svizzera ha seguito con grande interesse la recente visita di Papa Francesco a Lampedusa con i suoi appelli in favore dei profughi. Daniel Ienciu ne ha parlato con il vescovo di Lugano, mons. Pier Giacomo Grampa, chiedendogli innanzitutto quale sia l'impegno della Chiesa elvetica per gli immigrati:RealAudioMP3

R. – La Chiesa svizzera certamente è attenta ai problemi dei migranti: uno dei suoi uffici più articolati è quello che si chiama “Migratio”, che si prende cura degli stranieri presenti nel Paese per lavoro o per richiesta di asilo, garantendo il più possibile a tutte le diverse etnie anche degli assistenti pastorali, pastorali, presbiteri. Per quanto riguarda la Chiesa di Lugano posso garantirle che tanto il suo vescovo quanto i presbiteri e i fedeli sono molto attenti e sensibili ai problemi legati all’immigrazione e hanno apprezzato moltissimo la scelta fatta da Papa Francesco di compiere il suo primo viaggio apostolico nell’isola di Lampedusa. Come pure hanno apprezzato con commozione le parole, i gesti, lo stile semplice, diretto e pastorale del Papa.

D. – In che modo vengono accolti e aiutati a integrarsi gli immigrati in Svizzera e come opera la Chiesa di Lugano?

R. – Tra i Paesi europei la Svizzera, possiamo dire, è tra quelli che meno sentono il contraccolpo della crisi, benché non manchino anche da noi preoccupazioni, ad esempio per le nuove difficoltà create dalla piazza finanziaria. Ci sono, da noi, immigrati per ragioni di lavoro, ma non conosciamo il proliferare impressionante che si vede in Italia: se non c’è un permesso di lavoro, da noi in Svizzera, non si entra e soprattutto non si rimane. Quindi se c’è, c’è un piccolo gruppo di “sans papiers”, di immigrati cioè che non hanno ancora regolarizzato la loro posizione. Se non è per lavoro, ci sono i richiedenti asilo per ragioni politiche: qui la procedura è molto rigorosa ed è da qui che scappano fuori, ogni tanto, i “sans papiers” e conosce molto domande respinte, con rimpatri forzati. Nei centri per richiedenti asilo, provvede lo Stato alla sussistenza: le chiese garantiscono una presenza di assistenza spirituale, ad esempio nel Centro di accoglienza dei richiedenti asilo di Chiasso è attivo un mio diacono permanente e una assistente sociale di religione evangelica per garantire assistenza morale e spirituale a queste persone. Non mancano tensioni con la popolazione locale, soprattutto per la ricerca di nuovi centri di ospitalità e per la difficoltà di avere un lavoro retribuito. Una volta ottenuto il permesso di soggiorno non mancano iniziative per l’integrazione, lo studio delle lingue e anche l’abilitazione al lavoro, l’apprendistato per il lavoro. Certo non mancano neppure riserve e chiusure verso gli stranieri: si ripetono a ciclo ormai costante i tentativi per limitarne il numero attraverso iniziative popolari.







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