Compie 40 anni Jesus Christ Superstar, il film tratto dall’opera rock di Andrew Lloyd
Webber ispirata al Vangelo di Giovanni. La pellicola uscì nel 1973 e fu un successo
a Broadway. Il regista Massimo Romeo Piparo, è stato il primo a portare in
Italia la pièce, che durante l’anno del Giubileo fu interpretata da Carl Anderson
lo stesso attore che interpretò Giuda nel film. Oggi Piparo è anche il nuovo direttore
artistico del teatro Sistina di Roma, luogo deputato per i musical italiani dai tempi
di Garinei e Giovannini. Lo ha intervistato per noi Federica Baioni:
R. – E’ uno
spettacolo cui è legata la mia vita. Tutto iniziò, infatti, con Jesus Christ Superstar.
E oggi, da un lato, è un mio portafortuna e, dall’altro, è qualcosa che ricorre, anche
mio malgrado. Io dico sempre: “Basta! Dopo venti anni, devo mettere da parte Jesus
Christ!”. Invece, ogni volta, c’è qualche anniversario, ricorrenza o evento che me
lo fa tirar fuori e che mi fa scoprire come il pubblico, la gente, lo gradisca sempre
e comunque. E’ un testo che, ovviamente, ha alla base la grande forza del racconto
del Vangelo e poi il linguaggio trasversale della musica rock. Quella è l’alchimia
che fa di questo spettacolo un intramontabile.
D. – Cosa ricorda della pellicola
del ’73?
R. – Mi colpì tantissimo. Intanto, si trattava di un film musicale,
tutto cantato in inglese, che chiaramente, per un ragazzino di 11, 12 anni, non era
cosa di tutti i giorni. Poi, l’ambientazione nel deserto: sono scene che rimangono
impresse, che abbandoni perché cresci - fai altri percorsi, segui altre strade - ma
quando ti ritrovi grande, scopri che nella tua memoria ci sono quei fotogrammi indelebili.
A me, per esempio, la corsa di Giuda, seguito dai carri armati, ha rimbombato nella
testa.