2013-07-14 10:53:47

Libia: minoranza berbera boicotta le elezioni per la Costituente


Il Comitato Supremo della minoranza berbera in Libia, ha invitato a boicottare le elezioni per l'Assemblea che dovrà redigere la nuova Costituzione libica, previste entro la fine dell'anno. La decisione è dovuta all'insoddisfazione per la legge elettorale in discussione che non garantirebbe una sufficiente rappresentanza alla loro etnia. Marco Guerra ha raccolto il parere del responsabile analisti del Centro studi internazionali, Gabriele Iacovino:RealAudioMP3

R. – La decisione della tribù berbera è l’ultimo dei segnali di difficoltà di ricostruzione istituzionale nel Paese, che vede come il potere centrale sia ancora in netta difficoltà rispetto ai poteri locali, che trovano nella struttura sociale delle tribù il loro fondamento.

D. – Finito il conflitto, i riflettori dell’Occidente si sono completamene spenti, ma il territorio è tutt’altro che pacificato...

R. – Il potere centrale di Tripoli non riesce a mantenere il controllo di tutto il Paese. L’esercito è in netta difficoltà, anche perché non si è riusciti a ricostruire una struttura in grado di prendere il sopravvento rispetto alle milizie che si sono formate durante la guerra e che non sono state disarmate. La situazione della sicurezza è assolutamente drammatica. Soprattutto dopo l’operazione francese in Mali, e quindi, dopo la cacciata dal Nord del Mali di tutta quella costellazione di movimenti che si rifanno ad Al Qaeda, la Libia è rimasta un luogo dove vi è spazio, da parte di questi gruppi, per reimpostare una nuova strategia di destabilizzazione dell’area.

D. – Il regime di Gheddafi quindi è stato sostituito dal potere delle diverse tribù locali e dalle loro milizie, ma il processo di balcanizzazione del Paese è irreversibile?

R. – Più che un processo di balcanizzazione è, comunque, una difficoltà oggettiva nel mantenere il Paese unito, che, di fatto, non lo è mai stato, perché la Libia è sempre stata uno Stato basato sull’unificazione di tre macro aree, che hanno sempre rappresentato degli interessi diversi e delle strutture sociali diverse. Fino a quando non si riuscirà a creare una federalizzazione di queste strutture sociali e di potere, il processo di ricostruzione istituzionale del Paese avrà delle difficoltà.

D. – Quanto pesa l’instabilità egiziana in tutta la regione del Medio Oriente?

R. – Le difficoltà di un protagonista nell’area nordafricana e mediorientale come l’Egitto hanno assolutamente delle ripercussioni. E’ indubbio questo. La comunità internazionale, comunque, si sta rendendo conto di come la situazione libica possa destabilizzare non solo l’area prettamente libica, ma tutta l’area nord africana più della crisi egiziana. Anche all’ultimo G8, gli Stati Uniti hanno chiesto all’Italia uno sforzo ulteriore per la pacificazione di un Paese che, dopo l’operazione internazionale della Nato, è stato lasciato in balia degli eventi. La stabilizzazione della Libia può solo portare benefici per tutta l’area nordafricana.







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