Il Papa all'Angelus: Dio vuole la misericordia più che sacrifici. Un pensiero a San
Camillo, Gmg e Festa di Albano
Il Buon Samaritano è colui che mette in pratica la volontà di Dio prendendosi cura
del prossimo: così Papa Francesco all’Angelus ricorda l’insegnamento della parabola
del vangelo di ieri sottolineando che “il cuore del samaritano è buono e generoso
e ribadendo che il Samaritano "ebbe compassione”. Ricorda la figura di san Camillo
de Lellis proprio ieri che si apriva il quarto centenario dalla morte. Poi il pensiero
alla prossima Gmg e una preghiera particolare nel 70° anniversario delle stragi di
Volinia che hanno coinvolto il popolo polacco e il popolo ucraino. Il servizio di
Fausta Speranza:
“Dio vuole la
misericordia più che i sacrifici”: ce lo dice Papa Francesco riflettendo sulla parabola
del Samaritano che – spiega – “è l’esempio dell’amore per il prossimo”. Il Samaritano
ebbe compassione di un uomo derubato e percosso, dice Francesco, ripetendo “ebbe
compassione”. E Papa Francesco ci chiede di riflettere sulla scelta del samaritano
come protagonista della parabola:
“Perché i samaritani erano disprezzati
dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose; eppure Gesù fa vedere che il
cuore di quel samaritano è buono e generoso e che – a differenza del sacerdote e del
levita – lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che
i sacrifici”.
E poi Papa Francesco aggiunge a braccio:
“Dio sempre
vuole questo: la misericordia e non andare condannando a tutti, no! La misericordia
del cuore, perché Lui è misericordioso. Lui sa capire le nostre miserie, le nostre
difficoltà, anche i nostri peccati. Ci dà a tutti noi questo cuore misericordioso
e questo è quello che fa quel Samaritano: imita proprio la misericordia di Dio, quella
misericordia verso quello che ha bisogno".
“Il Samaritano è l’esempio dell’amore
per il prossimo”, dice Papa Francesco che in questo Angelus a Castel Gandolfo saluta
gli abitanti di quella che definisce “questa bella cittadina”, ringraziando tutti,
abitanti e pellegrini, per le preghiere. Sottolinea che proprio oggi la Chiesa ricorda
San Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e
degli operatori sanitari, che morì il 14 luglio 1614. E proprio oggi dunque si apre
il quarto centenario, che culminerà tra un anno:
“Saluto con grande affetto
tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di
carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche
ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di
cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito.".
Poi l’invocazione
a Maria con il pensiero alla prossima Gmg in Brasile. Il Papa ricorda che i giovani
partiranno prima di lui che si muoverà in aereo tra 8 giorni e chiede preghiere:
“Preghiamo
allora per questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida,
patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere
la missione che Cristo darà loro".
Anche qui un pensiero improvvisato,
un pensiero simpatico:
“Ma si vede che ci sono tanti giovani di età, ma
tutti siete giovani di cuore, eh? Ma, complimenti!”.
Dopo la preghiera
mariana, il Papa rivolge il pensiero al 70° anniversario delle stragi di Volinia,
ricordate con una Messa nella Cattedrale di Lutsk. “Tali atti, - dice - provocati
dall’ideologia nazionalista nel tragico contesto della IIª Guerra Mondiale, hanno
causato decine di migliaia di vittime e hanno ferito la fratellanza di due Popoli,
quello polacco e quello ucraino”.
“Affido alla misericordia di Dio le anime
delle vittime e, per i loro popoli, chiedo la grazia di una profonda riconciliazione
e di un futuro sereno nella speranza e nella sincera collaborazione per la comune
edificazione del Regno di Dio".
Il saluto speciale ai fedeli della diocesi
di Albano, con il pensiero alla festa il 15 luglio di San Bonaventura, patrono di
Albano, è arricchito di parole spontanee quanto affettuose:
“Che domani
sia una bella festa e tanti auguri! Ma io vorrei mandarvi una torta, ma… ma…tanto
grande non so se la faranno…”.
Poi il saluto ai partecipanti al pellegrinaggio
della Famiglia di Radio Maria a Jasna Góra, Częstochowa. E a tutti i pellegrini, gruppi
parrocchiali, famiglie, giovani, “specialmente quelli venuti dall’Irlanda e i giovani
sordi che stanno vivendo a Roma un incontro internazionale”. E il saluto alle Suore
di Santa Elisabetta, con l’augurio di “un fruttuoso rinnovamento spirituale”; le Apostole
del Sacro Cuore di Gesù, con famiglie di diverse nazioni; le Figlie della Divina Carità,
impegnate nel Capitolo generale; e le Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice.