2013-07-13 15:53:59

Appello dei vescovi nigeriani: è tempo di porre fine alla pena capitale


È tempo di porre fine alla pena capitale e di unire la Nigeria “al mondo civilizzato”: lo scrivono i vescovi del Paese africano, in una nota pubblicata in questi giorni e siglata da mons. Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza episcopale nazionale (Cbcn). La dichiarazione dei presuli arriva dopo che, a fine giugno, a Benin City, la capitale dello Stato meridionale di Edo, erano state eseguite quattro condanne a morte. La massima pena nei confronti dei detenuti era stata comminata nel 1997, due anni prima della fine del regime militare e dell’inizio di un’esperienza liberal-democratica. Con un’ordinanza emessa il 16 giugno scorso, una ripresa delle esecuzioni era stata autorizzata dal presidente Goodluck Jonathan. “Rinnoviamo il nostro appello – si legge nella nota episcopale – per un emendamento alla Costituzione che proibisca quelle leggi che ledono il diritto del singolo individuo alla vita”. Ribadendo, quindi, che “la pena capitale non dà alla persona l’opportunità di conformarsi alle norme della società e neppure rappresenta un deterrente per i criminali attuali o potenziali”, i vescovi sottolineano “la sacralità e la dignità dell’essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio”. Perché la vita, continuano, non ha soltanto una dimensione “terrena”, bensì consiste “nella condivisione della vera vita di Dio”. Per questo, scrive ancora la Cbcn, “la risposta della Chiesa al crimine guarda ai fondamenti del bene e del male, del peccato e della redenzione, della giustizia e della misericordia”. “La vita – affermano inoltre i presuli nigeriani – è un dono prezioso di Dio e tale dono deve essere rispettato”. Esprimendo, poi, apprezzamento per gli sforzi compiuti dallo Stato nella lotta al crimine, la Cbcn ribadisce, però, che questi stessi sforzi dovrebbero essere mirati “a migliorare le condizioni sociali e ambientali che predispongono le persone a commettere reati”. In quest’ottica, la Chiesa di Abuja chiede che la pena capitale venga cancellata “non solo per quello che fa ai condannati, ma anche per le ricadute che ha sulla società”. Infatti, “un’azione specifica per la riabilitazione dei criminali avrebbe conseguenze più positive, sul contesto sociale, rispetto alla pena di morte”. Infine, la Cbcn esorta lo Stato, i religiosi e la popolazione civile a “unirsi nel combattere questa piaga e a dedicarsi alla comunità umana”. (I.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.