Le Marche scendono in strada a difesa dei lavoratori della Indesit
Almeno cinquemila persone hanno partecipato alla manifestazione di ieri mattina indetta
dai sindacati a Fabriano, per protestare contro il piano di ristrutturazione della
Indesit. Allo stesso tempo, in tutte le aziende metalmeccaniche della provincia di
Fabriano sono state proclamate otto ore di sciopero. Il servizio di Alessandro
Guarasci:
''1425 volte
no. La storia siamo noi''. E’ la scritta sullo striscione che ha aperto il corteo
a Fabriano. E in effetti, 1.425 è il numero degli esuberi, su un totale di circa 2.500
operai, che la Indesit ha previsto nel suo piano di ristrutturazione per i siti produttivi
nelle Marche e in Campania. Tante le autorità presenti, tra cui il vescovo di Fabriano,
mons. Vecerrica, e il presidente della Regione, Marche Spacca. Per i sindacati, questa
è una vertenza nazionale contro la delocalizzazione, visto che Indesit pensa di spostare
parte della produzione in Polonia e in Turchia. Anna Trovò, segretaria nazionale
Fim Cisl:
“Chiediamo a Indesit di indirizzare in Italia gli investimenti,
di puntare qui sul lavoro stabile e qualificato, di puntare qui sulla ricerca e sullo
sviluppo del prodotto, perché a questo Paese bisogna dare una speranza e un futuro.
E questo passa dal lavoro, non passa dall’assistenza. La vertenza Indesit è la vertenza
simbolo di come sul manifatturiero si possa puntare per costruire una prospettiva
di futuro, di lavoro e di speranza, oppure una prospettiva di dismissione e di abbandono”.
I
lavoratori hanno portato con sé le famiglie, i bambini. E agli operai e ai "colletti
bianchi" si sono uniti anche impiegati del settore pubblico. Insomma, il rischio è
che saltino gli equilibri di interi territori.