Settimana Sociale dei Cattolici. Mons. Miglio: non annebbiare il concetto di famiglia
Trarre dalla prossima Settimana Sociale le motivazioni per “un futuro di servizio
nelle istituzioni”. Con questo intento è stato presentato a Montecitorio il Documento
preparatorio alla 47.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani sul tema “La Famiglia,
speranza e futuro per la Società italiana”, che si svolgerà a Torino dal 12 al 15
settembre. All’incontro era presente anche una rappresentanza bipartisan dei parlamentari
che è stata invitata a partecipare all’evento. Ascoltiamo l’arcivescovo di Cagliari,
mons. Arrigo Miglio,presidente del Comitato scientifico e organizzatore
delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, al microfono di Marina Tomarro
R. - Sappiamo
bene che molti aspetti legati al tema “famiglia” susciteranno un dibattito e delle
vere e proprie sfide. L’invito che ci fa Papa Francesco è che il cristiano non sia
arrogante: sia uno che porta le ragioni delle posizioni che sostiene. Mi pare uno
spunto, che riprende tra l’altro quanto già diceva Benedetto XVI, nella Deus caritas
est: siamo chiamati a far capire le ragioni della nostra difesa della famiglia; siamo
chiamati ad aiutare la società a ragionare sugli esiti di certe politiche familiari
oppure di altre. Pensiamo al problema demografico, al problema dei figli, dei diritti
dei figli, e non solo di quelli dei genitori; pensiamo a tutta la problematica dei
diritti in difesa della famiglia e di altri diritti. Vorremmo aiutare a capire che
sono due cose totalmente diverse: non è annebbiando il concetto di famiglia che rafforziamo
i diritti di qualsiasi altra persona o di qualsiasi altro tipo di rapporto. Il documento
tocca anche questo aspetto. Le periferie: Papa Francesco ci sta richiamando alle periferie,
ma è proprio in una vita familiare sana che ci si educa ad una scuola di solidarietà,
ci si educa anche ad una capacità di gestione economica e, dunque, è attraverso la
famiglia che ci si apre alla sensibilità delle povertà e delle periferie del mondo.
D.
- Ma quali sono oggi i bisogni e le richieste della famiglia, secondo lei?
R.
- Le richieste principali sono quelle di essere riconosciuta come soggetto primario
della società; le richieste di poter essere una famiglia che possa decidere su come
gestire le risorse. Una delle richieste fondamentali, ad esempio, è un tipo di welfare
nei confronti della famiglia: il welfare deve intervenire solo quando la famiglia
è in difficoltà oppure deve dare già alla famiglia delle possibilità, delle risorse
perché possa scegliere in campo educativo, ma anche in tutti gli altri campi che riguardano
la vita di famiglia. Quindi, una famiglia soggetto, una famiglia che non sia considerata
una questione privata, perché invece è proprio dalla famiglia che viene generata la
società.
D. - Quest’anno anche i politici sono stati invitati a partecipare.
Che cosa verrà loro richiesto?
R. - Di accettare il confronto; verrà richiesto
loro di provare a individuare temi di bene comune che vanno al di là delle appartenenze,
che vanno al di là delle posizioni sia religiose sia politiche. Ci sono questioni
che riguardano tutti: pensiamo all’ecologia ambientale, ma c’è anche l’ecologia umana,
l’ecologia della famiglia. Sono questioni che superano ogni tipo di appartenenza.