Riforma del sistema penale vaticano: Motu Proprio di Papa Francesco
E’ stata pubblicata ieri la Lettera Apostolica del Papa, in forma di Motu Proprio,
sulle nuove leggi in materia penale e di sanzioni amministrative per lo Stato della
Città del Vaticano e la Santa Sede. Ce ne parla Sergio Centofanti:
“Ai nostri
tempi – scrive Papa Francesco - il bene comune è sempre più minacciato dalla criminalità
transnazionale e organizzata, dall’uso improprio del mercato e dell’economia, nonché
dal terrorismo. È quindi necessario che la comunità internazionale adotti idonei strumenti
giuridici” che “permettano di prevenire e contrastare la criminalità, favorendo la
cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale”. Per questo, volendo ribadire
“l’impegno della Sede Apostolica a cooperare con questi fini”, sono state introdotte
alcune modifiche nel campo della legislazione penale vaticana, in continuità con le
azioni intraprese a partire dal 2010 durante il pontificato di Benedetto XVI.
Il
Motu Proprio, innanzitutto – spiega un comunicato della Sala Stampa vaticana – ha
lo scopo di estendere (dal 1° settembre) l’applicazione delle leggi penali approvate
in data odierna dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano
anche all’ambito della Santa Sede: cioè ai membri, gli officiali e i dipendenti dei
vari organismi della Curia Romana, delle Istituzioni ad essa collegate, degli enti
dipendenti dalla Santa Sede e delle persone giuridiche canoniche, nonché ai legati
pontifici ed al personale di ruolo diplomatico della Santa Sede. Tale estensione ha
lo scopo di rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari dello Stato della
Città del Vaticano i reati previsti in queste leggi anche nel caso in cui il fatto
fosse commesso al di fuori dei confini dello Stato stesso.
Le stesse leggi
hanno contenuti anche più ampi, provvedendo all’attuazione di molteplici Convenzioni
internazionali, tra le quali si ricordano: le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949
contro i crimini di guerra; la Convenzione internazionale del 1965 sull’eliminazione
di ogni forma di discriminazione razziale; la Convenzione del 1984 contro la tortura
ed altre pene, o trattamenti crudeli, inumani o degradanti; la Convenzione del 1989
sui diritti del fanciullo ed i suoi Protocolli facoltativi del 2000.
In questo
ambito – prosegue il comunicato - si segnala l’avvenuta introduzione del delitto di
tortura e l’ampia definizione della categoria dei delitti contro i minori (tra i quali
la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno;
la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali
con minori).
Sono state introdotte anche figure criminose relative ai delitti
contro l’umanità, cui è stato dedicato un titolo a parte: si sono previste, tra l’altro,
la specifica punizione di delitti come il genocidio e l’apartheid, sulla falsariga
delle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale del 1998; anche
il titolo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato rivisto, in relazione
alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione. Dal punto di vista
sanzionatorio, inoltre, si è deciso di abolire la pena dell’ergastolo, sostituendola
con la pena della reclusione da 30 a 35 anni.
In linea con gli orientamenti
più recenti in sede internazionale si è anche introdotto un sistema sanzionatorio
a carico delle persone giuridiche, per tutti i casi in cui esse profittino di attività
criminose commesse dai loro organi o dipendenti, stabilendo una loro responsabilità
diretta con sanzioni interdittive e pecuniarie. Poi, sono stati introdotti i principi
generali del giusto processo entro un termine ragionevole e della presunzione di innocenza
dell’imputato, e sono stati potenziati i poteri cautelari a disposizione dell’Autorità
giudiziaria (con l’aggiornamento della disciplina della confisca, potenziata dall’introduzione
della misura del blocco preventivo dei beni).
Un settore molto importante
della riforma – sottolinea il comunicato della Sala Stampa vaticana - concerne la
riformulazione della normativa relativa alla cooperazione giudiziaria internazionale,
con l’adozione delle misure di cooperazione adeguate alle più recenti convenzioni
internazionali. D’altra parte, la legge in materia di sanzioni amministrative ha carattere
di normativa generale, al servizio di discipline particolari che, nelle diverse materie,
prevedranno sanzioni finalizzate a favorire l’efficacia ed il rispetto di norme poste
a tutela di interessi pubblici. Questi interventi normativi – conclude il comunicato
- si collocano nella direzione di un aggiornamento volto a dare maggiore sistematicità
e completezza al sistema normativo vaticano.