2013-07-11 14:49:50

Giornata Onu sulla popolazione: adolescenti, in aumento gravidanze e matrimoni precoci


Matrimoni e gravidanze precoci in aumento nel mondo, con gravi rischi per la salute fisica e psichica delle giovanissime mamme e dei nascituri. Nella Giornata mondiale della popolazione celebrata ieri, l’Onu chiede maggiore tutela per le giovani adolescenti, vittime sovente di violazioni dei loro diritti, discriminazioni di genere, coercizioni sessuali, mancanza di assistenza medica. Roberta Gisotti ha intervistato Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia:RealAudioMP3

Se “dedichiamo – scrive il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon – attenzione e risorse all’educazione, alla salute e al benessere delle adolescenti, queste diventeranno una più grande forza per un cambiamento positivo nella società che avrà un impatto per le generazioni future”. Sono 16 milioni le ragazze sotto i 18 anni che ogni anno partoriscono, mentre altri 3 milioni e 200 mila subiscono aborti clandestini. Al 90%, queste giovani nei Paesi in via di sviluppo sono già sposate. Andrea Iacomini quali strategie per arginare questo fenomeno che di fatto nega l’adolescenza a decine di milioni ragazze?

R. – Il matrimonio precoce per l’Unicef è una violazione dei diritti umani fondamentali ed è un problema che influenza tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega l’infanzia, compromette l’istruzione limitando le sue potenzialità e mette anche in pericolo la sua salute, oltre ad aumentare il rischio di essere vittima di violenze ed abusi. È per questo che da sempre l’Unicef, assieme alle sue organizzazioni partner, sostiene che l’istruzione sia la migliore strategia per proteggere queste bambine dai matrimoni precoci, così come anche dal lavoro minorile e altre forme di violenze ed abuso. Non dimentichiamo che un fattore fondamentale che spinge poi le famiglie a dare in sposa le figlie è la povertà alla quale spesso concorrono tradizioni culturali, consuetudini o la convinzione che le bambine si debbano sposare a raggiungimento della pubertà, spesso addirittura con mariti che hanno anche il doppio della loro età. Nel mondo, circa 70 milioni di donne, esclusa la Cina, tra i 20 ed i 24 anni si sono sposate o hanno iniziato a convivere prima dei 18 anni. Il tasso più alto di matrimoni precoci si registra in Asia Meridionale ed in Africa subsahariana. Oggi, l’Onu lancia un messaggio molto importante: quello di una grande battaglia culturale, puntano moltissimo sull’istruzione proprio per dare a queste giovani, a queste ragazze la possibilità di comprendere a pieno quali sono le loro potenzialità. Lo ha detto molto bene Ban Ki-Moon: “Il futuro è nelle loro mani e dobbiamo contribuire anche noi a consegnarglielo”.

D. – Proprio in questi giorni viene rilanciata dalla Giordania la denuncia che molti rifugiati siriani sono indotti a far sposare le loro figlie in tenera età. Voi avete notizia di questo grave fatto?

R. – Sì, lo abbiamo denunciato già nei mesi scorsi e ho piacere a ribadirlo oggi, perché ci sono evidenze di famiglie disperate – perché ormai quando si parla di Siria non si può che parlare di disperazione – che decidono di vendere purtroppo le proprie figlie a ricchi personaggi del mondo arabo. Si parla addirittura di compensi che vanno dai mille ai tremila dollari. Questi, purtroppo, sono i risultati di una situazione catastrofica che come sappiamo ha fatto quasi un milione e 700 rifugiati e che coinvolge soprattutto i bambini e le ragazze, vittime di violenze e abusi. Quindi, non posso che confermare questo dato: abbiamo anche noi evidenze di situazioni di questo tipo, anzi più volte l’Unicef ha invitato le parti a lasciar stare, a non coinvolgere in queste pratiche giovani bambine e bambini che purtroppo, con questa guerra in Siria, stanno subendo traumi incredibili e sono parte di un conflitto che non hanno voluto.

Ultimo aggiornamento: 12 luglio







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