Giornata Onu sulla popolazione: adolescenti, in aumento gravidanze e matrimoni precoci
Matrimoni e gravidanze precoci in aumento nel mondo, con gravi rischi per la salute
fisica e psichica delle giovanissime mamme e dei nascituri. Nella Giornata mondiale
della popolazione celebrata ieri, l’Onu chiede maggiore tutela per le giovani adolescenti,
vittime sovente di violazioni dei loro diritti, discriminazioni di genere, coercizioni
sessuali, mancanza di assistenza medica. Roberta Gisotti ha intervistato Andrea
Iacomini, portavoce Unicef Italia:
Se “dedichiamo
– scrive il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon – attenzione e risorse
all’educazione, alla salute e al benessere delle adolescenti, queste diventeranno
una più grande forza per un cambiamento positivo nella società che avrà un impatto
per le generazioni future”. Sono 16 milioni le ragazze sotto i 18 anni che ogni anno
partoriscono, mentre altri 3 milioni e 200 mila subiscono aborti clandestini. Al 90%,
queste giovani nei Paesi in via di sviluppo sono già sposate. Andrea Iacomini quali
strategie per arginarequesto fenomeno che di fatto nega l’adolescenza a decine
di milioni ragazze?
R. – Il matrimonio precoce per l’Unicef è una violazione
dei diritti umani fondamentali ed è un problema che influenza tutti gli aspetti della
vita di una ragazza: nega l’infanzia, compromette l’istruzione limitando le sue potenzialità
e mette anche in pericolo la sua salute, oltre ad aumentare il rischio di essere vittima
di violenze ed abusi. È per questo che da sempre l’Unicef, assieme alle sue organizzazioni
partner, sostiene che l’istruzione sia la migliore strategia per proteggere queste
bambine dai matrimoni precoci, così come anche dal lavoro minorile e altre forme di
violenze ed abuso. Non dimentichiamo che un fattore fondamentale che spinge poi le
famiglie a dare in sposa le figlie è la povertà alla quale spesso concorrono tradizioni
culturali, consuetudini o la convinzione che le bambine si debbano sposare a raggiungimento
della pubertà, spesso addirittura con mariti che hanno anche il doppio della loro
età. Nel mondo, circa 70 milioni di donne, esclusa la Cina, tra i 20 ed i 24 anni
si sono sposate o hanno iniziato a convivere prima dei 18 anni. Il tasso più alto
di matrimoni precoci si registra in Asia Meridionale ed in Africa subsahariana. Oggi,
l’Onu lancia un messaggio molto importante: quello di una grande battaglia culturale,
puntano moltissimo sull’istruzione proprio per dare a queste giovani, a queste ragazze
la possibilità di comprendere a pieno quali sono le loro potenzialità. Lo ha detto
molto bene Ban Ki-Moon: “Il futuro è nelle loro mani e dobbiamo contribuire anche
noi a consegnarglielo”.
D. – Proprio in questi giorni viene rilanciata dalla
Giordania la denuncia che molti rifugiati siriani sono indotti a far sposare le loro
figlie in tenera età. Voi avete notizia di questo grave fatto?
R. – Sì, lo
abbiamo denunciato già nei mesi scorsi e ho piacere a ribadirlo oggi, perché ci sono
evidenze di famiglie disperate – perché ormai quando si parla di Siria non si può
che parlare di disperazione – che decidono di vendere purtroppo le proprie figlie
a ricchi personaggi del mondo arabo. Si parla addirittura di compensi che vanno dai
mille ai tremila dollari. Questi, purtroppo, sono i risultati di una situazione catastrofica
che come sappiamo ha fatto quasi un milione e 700 rifugiati e che coinvolge soprattutto
i bambini e le ragazze, vittime di violenze e abusi. Quindi, non posso che confermare
questo dato: abbiamo anche noi evidenze di situazioni di questo tipo, anzi più volte
l’Unicef ha invitato le parti a lasciar stare, a non coinvolgere in queste pratiche
giovani bambine e bambini che purtroppo, con questa guerra in Siria, stanno subendo
traumi incredibili e sono parte di un conflitto che non hanno voluto.