Centrafrica. La Chiesa: a rilento le operazioni di disarmo dei ribelli
“Si stima che nel Paese vi siano circa 25.000 ribelli. La settimana scorsa, secondo
i media locali, ne avrebbero disarmati un centinaio. Di questo passo ci vorranno 5
anni per disarmarli tutti” dice all’agenzia Fides padre Aurelio Gazzera, missionario
carmelitano, parroco a Bozoum, commentando l’avvio delle operazioni di disarmo dei
ribelli della coalizione Seleka nella capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui.
“I ribelli sono spariti dalla circolazione, almeno a Bangui, hanno tolto la divisa
e nascosto le armi, ma si nascondono in mezzo alla popolazione, aspettando l’evoluzione
della situazione” aggiunge padre Gazzera. Il disarmo dei ribelli è condotto dalla
forza di pace dei Paesi dell’Africa Centrale (Fomac). “La stampa locale ha riportato
i sospetti diffusi tra la popolazione sui militari ciadiani che fanno parte della
Fomac, che di giorno confischerebbero le armi ai ribelli, per poi riconsegnarle agli
stessi gruppi di notte” dice il missionario. Le nuove autorità si sono impegnate a
riportare sotto controllo la situazione dopo la cacciata dell’ex Presidente François
Bozizé, “ma il problema - come riferisce il missione - è che ribelli si stanno dividendo
in diversi gruppi che non riconoscono nessuna autorità”. La Chiesa che ha subito danni
enormi nelle sue strutture a causa delle razzie dei ribelli, continua la sua opera
di sensibilizzazione sulla situazione del Centrafrica, aiutando la popolazione a ritrovare
la speranza. “Qui a Bozoum abbiamo subito danni più limitati rispetto alle altre zone
del Paese” dice padre Gazzera. “Ci sono però diocesi che sono state completamente
azzerate; alcune non hanno nemmeno un’automobile (in un Paese vasto quasi quanto la
Francia) mentre vi sono missioni distrutte e abbandonate”. “Nonostante questo, la
Chiesa sta dando un contributo importantissimo per risvegliare le coscienze e infondere
speranza in una popolazione demoralizzata” conclude il missionario. (R.P.)