2013-07-10 16:34:03

Egitto: in corso consultazioni per il nuovo governo, elezioni presidenziali entro 7 mesi


In Egitto sono in corso le consultazioni del nuovo premier ad interim, Hazem el-Beblawi, per formare il governo. Si allunga intanto la schiera dei ‘no’ alla Costituzione temporanea, varata dal presidente Adli Mansour. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3

Dopo i Fratelli musulmani, anche il Fronte di salvezza nazionale, guidato dal premio Nobel Mohamed el Baradei, respinge il testo della Costituzione temporanea che lascia ampi poteri al presidente. Il nuovo premier ad interim, intanto, ha cominciato le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Ma gli spazi di manovra sono esigui. Il partito salafita, che non parteciperà alle consultazioni, chiede che venga formato un esecutivo di tecnici. I Fratelli musulmani respingono inoltre qualsiasi ipotesi di entrare nel governo di transizione dopo la deposizione del presidente islamista Mohammed Morsi. Questa mattina, la Procura generale egiziana ha annunciato inoltre che sono state emesse ordinanze di arresto nei confronti del leader e di altri otto dirigenti del movimento islamico. Per i Fratelli musulmani si tratta di provvedimenti "politicamente motivati". Sono poi almeno 200 le persone incriminate per gli scontri di lunedì scorso al Cairo, davanti alla sede della Guardia repubblicana, che avevano provocato almeno 55 vittime. Il ministero degli Esteri egiziano, intanto, ha reso noto che le elezioni presidenziali si svolgeranno entro un tempo massimo di sei o sette mesi. Sempre il ministero degli Esteri ha riferito che il deposto presidente egiziano, Mohammed Morsi, è in “un luogo sicuro” e “contro di lui non ci sono ancora accuse da parte della giustizia”. Sul terreno si registrano ancora violenze: nella notte almeno due persone sono morte in seguito ad un nuovo attacco degli integralisti contro un checkpoint nel Sinai, vicino al confine con Israele. Il Kuwait ha concesso infine aiuti urgenti per 4 miliardi di dollari all’Egitto in modo che il Paese possa affrontare, nel pieno della crisi politica, anche i suoi problemi economici.

Della delicata fase che si vive in questi giorni in Egitto, Fausta Speranza ha parlato con Francesca Maria Corrao, ordinario di Lingua e Cultura Araba all'Università Luiss di Roma:RealAudioMP3

R. - Credo che ci sia una forte determinazione da parte del popolo egiziano che sta sostenendo con continue manifestazioni pacifiche quello che i responsabili della politica e delle istituzioni stanno cercando di traghettare, ovvero un buon governo; poi c’è la garanzia che i militari siano in qualche modo controllati dalla piazza, perché la piazza continua a richiedere conferma della decisione presa già nel 2011 di avere una Costituzione e di rispettarla. Soprattutto, questa grande protesta contro Morsi e la sua politica è perché i Fratelli musulmani sono stati pesantemente coinvolti nell’utilizzo illecito di fondi pubblici e purtroppo in alcune stragi che sono state fatte. C’è un’importante dichiarazione da parte di 66 organizzazioni di diritti umani che denuncia processi ingiusti perpetrati in quest’ultimo anno dal governo Morsi.

D. - C’è da pensare ad un governo senza la Fratellanza musulmana e con un accordo tra le varie opposizioni…

R. - Credo che sia evidente che le opposizioni stiano lavorando molto bene insieme. Si evince dall’incarico dato a Beblawi che stanno andando incontro alle varie richieste: si era pensato ad un altro ex ministro delle Finanze, ma c’era stato il no da parte del partito Nour - quello dei salafiti - quindi si è lasciata cadere questa candidatura. Si sono invece incontrati favorevolmente sulla nomina di Beblawi. Sicuramente ci sono delle difficoltà ma c’è certamente una volontà di portare fuori il Paese dalla crisi economica e quindi di raggiungere una stabilità: avverto un senso di responsabilità e presa di coscienza molto importante da parte dell’opposizione. Questo è da tenere presente. L’Egitto ha fatto un passo decisivo nel 2011 e ha dimostrato di non volere tornare indietro: le manifestazioni da parte dell’opposizione al governo Morsi sono pacifiche, sono di massa e non è un colpo di Stato militare.

D. - Quanto è delicata questa fase? Ce ne stiamo rendendo già conto ma forse non abbastanza…

R. - E’ molto delicata: sappiamo che sul Sinai ci sono scontri - come già c’erano stati - perché da lì arrivano armi da Hamas, Hezbollah, ed ovviamente quello è un punto debole. Il Paese è però sicuramente deciso su una linea. Si può pensare di vedere soluzioni pacifiche se le potenze occidentali ed anche alcuni Stati arabi influenti si muovono in direzione di una soluzione pacifica, e se non danno spazio alle intemperanze di certi Fratelli musulmani: certi, perché poi non sono tutti così. Ricordo che Al-Qaradawi - che era il portavoce di Al Jazeera e dei Fratelli musulmani - che ha espresso le sue convinzioni molto conservatrici - è stato contestato dal figlio: Al-Qaradawi ha fatto una Fatwa in cui chiede che Morsi sia reintegrato, nel rispetto della Sharia. Vogliamo fare diventare la Sharia sacra? Fondamento della Costituzione in Egitto? C’è un’ambiguità che lo stesso figlio di Al-Qaradawi, in una lettera rispettosissima nei confronti del genitore, diceva di voler chiarire: chiedeva di distinguere tra quella che è l’opera dei giurisperiti di legge islamica e quella che è l’opera del legislatore costituzionale, che deve implementare leggi moderne seguendo le esigenze dell’economia e della società contemporanea.








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