Papa Francesco: compassione e tenerezza aprono le porte della Chiesa
Lunedì il Papa a Lampedusa ha lanciato un accorato e forte appello a sconfiggere l’indifferenza
di fronte a tanti fratelli che soffrono. Ieri il Vangelo parlava della compassione
di Gesù verso le folle “stanche e sfinite”. Un atteggiamento che Papa Francesco ha
spesso invitato ad avere in questi suoi primi quattro mesi di pontificato. Ce ne parla
Sergio Centofanti:
Gesù, “vedendo
le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non
hanno pastore”. Papa Francesco fa notare che “la misericordia di Gesù non è solo un
sentimento” ma “è una forza che dà vita”:
“Questa «compassione» è l’amore
di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la
miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia.
Il termine biblico «compassione» richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova
una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura.
E qual è il frutto di questo amore, di questa misericordia? E’ la vita!”. (Angelus,
9 giugno 2013)
La compassione di Gesù si fa tenerezza, un’altra parola
usata più volte da Papa Francesco:
“Tenerezza! Ma il Signore ci ama con
tenerezza. Il Signore sa quella bella scienza delle carezze, quella tenerezza di Dio.
Non ci ama con le parole. Lui si avvicina – vicinanza – e ci dà quell’amore con tenerezza.
Vicinanza e tenerezza! Queste due maniere dell’amore del Signore che si fa vicino
e dà tutto il suo amore con le cose anche più piccole: con la tenerezza. E questo
è un amore forte, perché vicinanza e tenerezza ci fanno vedere la fortezza dell’amore
di Dio”. (Messa a Santa Marta, 7 giugno 2013)
Il giudizio finale – esorta
il Papa – non ci faccia paura” ma “ci spinga piuttosto a vivere meglio il presente.
Dio ci offre con misericordia e pazienza questo tempo affinché impariamo ogni giorno
a riconoscerlo nei poveri e nei piccoli”. La compassione – spiega Papa Francesco –
significa riconoscere Cristo nell’altro e significa aprire le porte della Chiesa:
“Pensiamo
oggi a Gesù, che sempre vuole che tutti ci avviciniamo a Lui; pensiamo al Santo Popolo
di Dio, un popolo semplice, che vuole avvicinarsi a Gesù; e pensiamo a tanti cristiani
di buona volontà che sbagliano e che invece di aprire una porta la chiudono … E chiediamo
al Signore che tutti quelli che si avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte,
trovino le porte aperte, aperte per incontrare questo amore di Gesù. Chiediamo questa
grazia”. (Messa a Santa Marta, 25 maggio 2013)