2013-07-09 15:00:19

Mons. Perego: dal Papa a Lampedusa un monito contro la tratta degli esseri umani


Di fronte alle 12mila persone che lunedì scorso hanno assistito alla Messa di Papa Francesco nel campo sportivo di Lampedusa, Papa Francesci ha chiesto perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi. Dunque, un forte monito anche alla comunità internazionale. Fabio Colagrande ne ha parlato con mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes:RealAudioMP3

R. - Da queste parole, sono venute fuori in maniera molto chiara due indicazioni sul piano internazionale: una prima indicazione è chiaramente la condanna dei trafficanti della tratta degli esseri umani, mentre l’altra è anche un invito pressante a governare questa situazione di immobilità, che per noi significa soprattutto più cooperazione internazionale, più attenzione al canale umanitario attraverso il quale le persone si possono muovere in sicurezza, fuggendo da situazioni gravi di persecuzioni e di guerra.

D. - Uno dei ragazzi africani che il Papa ha incontrato al Molo Favarolo, a Lampedusa, ha detto: “Siamo costretti in qualche modo a restare in Italia. Non abbiamo prospettive”. Una voce che parla per tante altre voci…

R. - Certamente. Il nuovo progetto di “asilo europeo” va incontro a queste esigenze importanti, cioè la possibilità delle persone di spostarsi all’interno anche della casa comune europea per ricevere rifugio ma anche per facilitare - come è ovvio, da un certo punto di vista - i ricongiungimenti familiari, che tante volte vedono persone ferme per diversi mesi in un territorio, costrette a stare distanti da fratelli, sorelle, madri, padri, che è invece un aspetto importante proprio in ordine alla tutela della dignità della persona. Speriamo che il nuovo “asilo europeo” tenga presente questo aspetto e vada nella direzione di un’accoglienza da parte di ciascuno Stato con un maggior aumento anche di quote di accoglienza - e questo vale soprattutto per l’Italia, che è tra gli ultimi Paesi per questo tipo di accoglienza per i rifugiati nel contesto europeo - ma anche la possibilità di una mobilità dei rifugiati sul piano europeo, a tutela loro ma anche della famiglia e del ricongiungimento familiare.

Ultimo aggiornamento: 10 luglio







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