L'arcivescovo di Agrigento: Lampedusa è faro acceso per chiedere giustizia e dignità
L’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, alla fine della celebrazione, ha
rivolto questo saluto al Papa:
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito
esulta in Dio mio Salvatore». Amatissimo Padre, affido alle parole della Vergine il
mio e nostro sentimento di gioia per il dono della Sua presenza in mezzo a noi e,
attraverso il mio saluto, Le porto l’abbraccio e l’affetto di tutte le sorelle e i
fratelli di Lampedusa e Linosa e di tutta la Diocesi di Agrigento. Benvenuto in mezzo
a noi! Sentiamo che oggi, attraverso la Sua persona, è “Il Signore a visitare il Suo
popolo”. Negli ultimi anni quest’isola è diventata sinonimo di altre parole: sbarchi,
clandestini, immigrati, emergenza, morte, speranza. Oggi la Sua presenza ci invita
a una lettura più profonda di questi fenomeni. Sentiamo che Il Signore vuole scrivere
pagine di storia a modo Suo.
Su quest’Isola rivivono le pagine dell’Esodo:
la schiavitù, il passaggio del mare, la traversata nel deserto, la terra promessa,
il sogno della libertà. Quest’isola, è questo il significato del nome stesso (è lo
stesso nome a dirlo), è al tempo stesso uno scoglio e un faro. È scoglio al quale
gli ultimi della storia si aggrappano disperatamente per realizzare una vita migliore.
Purtroppo per molti questo scoglio è diventato tomba. Ma Lampedusa è anche faro; faro
acceso per la Chiesa intera, per l’Italia, per l’Europa. Essa ricorda a tutti che
ci sono delle esigenze di giustizia e di dignità che non possono essere soppresse;
quest’isola è lampada accesa perché non si pensi più in termini di emergenza o di
semplice accoglienza, di cui i lampedusani e i linosani sono stati nobli testimoni,
ma di promuovere finalmente politiche adeguate di giustizia e di rispetto di ogni
vita umana.
L’abbraccio disperato al quale tante volte abbiamo assistito su
un barcone o al porto tra chi arriva dall’Africa e chi, in quel momento lo sta soccorrendo,
è il segno di un abbraccio più grande che stenta ad arrivare tra il mondo che si dice
ricco e quello che per secoli è stato impoverito. Santo Padre, nel Suo abbraccio ci
sentiamo tutti accolti, coloro che soffrono, e gli artigiani della pace che hanno
fame e sete di giustizia. La Sua presenza e le parole da Lei pronunciate sono di sostegno
sia per i nostri fratelli immigrati sia per le comunità di Lampedusa e Linosa che
tante volte hanno portato un peso troppo grande facendosi carico di situazioni difficili
affrontate sempre con grande generosità e amore.
Grazie ancora Santo Padre!
Abbiamo innestato il nostro “grazie” nel grande rendimento di grazie che abbiamo vissuto.
Ci impegniamo a pregare per Lei e per il Suo ministero a servizio della Chiesa universale.
La affidiamo alla Vergine, qui venerata con il titolo di “porto salvo”. Chiediamo
per Lei Santo Padre la forza di condurre il gregge di Cristo nel porto sicuro della
salvezza. Le chiediamo di sostenerci ancora con la Sua preghiera e con il Suo affetto
affinché la diocesi di Agrigento, le comunità di Lampedusa e Linosa, crescano sempre
di più nell’operosità della fede, nella fatica della carità e nella ferma speranza
in Cristo. Santo Padre porti nel suo cuore questa gente. Le vogliamo bene. Grazie!