Il vescovo di Nola: la Chiesa non è mai "contro", ma sempre con le persone e per il
lavoro
Si era detto amareggiato e scosso, il vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma,
accusato nei giorni scorsi dalla Fiat, attraverso una lettera pubblicata su un giornale
locale, di stare “dalla parte dei violenti e dei prevaricatori” sebbene involontariamente.
Così è stata infatti interpretata la sua presenza davanti allo stabilimento di Pomigliano
il 15 giugno scorso, in occasione della protesta degli operai contro i due sabato
di recupero produttivo. Ieri la risposta di mons. Depalma attraverso lo stesso organo
di stampa per fare chiarezza sulla propria posizione. Ascoltiamo il presule al microfono
di Adriana Masotti:
R. – Innanzitutto
la mia scelta non è involontaria, è una scelta voluta nello stile della mia Chiesa
che da anni è impegnata a servizio degli ultimi, soprattutto dei tanti che perdono
il lavoro per la chiusura di fabbriche. Quando io sono andato davanti alla Fiat il
15 giugno non ho trovato nessuno fuori i cancelli di Pomigliano. Ho trovato semplicemente
i carabinieri e la polizia di Acerra. Quindi non ho trovato violenti e non ho trovato
violenza. Come Chiesa e come vescovo io non conosco la parola “contro”: noi in nome
del Vangelo siamo per tutti. Siamo per gli operai di dentro e gli operai di fuori.
Siamo anche per gli imprenditori e per i politici. Siamo chiamati a sederci attorno
allo stesso tavolo per tentare di dare risposte al grido arrabbiato della nostra gente
e del nostro popolo. Io non ho la logica della finanza o del profitto, io ho soltanto
la logica del Vangelo, che significa attenzione, presenza, solidarietà. Nessuno può
accusare la Chiesa o un vescovo perché cerca di ascoltare il grido della gente e di
sostenere il suo coraggio e la sua speranza. L’interpretazione ideologica non è fatta
per capire la logica di una Chiesa, la logica di un ministero episcopale che ha altre
logiche, altri stili e altre motivazioni. Io non mi sento un vescovo “contro”, ma
mi sento un vescovo di una Chiesa “accanto” e “per”. Proprio venerdì sera, prima di
ricevere la lettera, ai sindaci e alle sigle sindacali che avevo convocato in episcopio,
ho ripetuto questa frase: la Chiesa non è contro nessuno, la Chiesa è per coinvolgere
tutti ad assumersi le proprie responsabilità per dare un segnale di speranza a quanti
soffrono in questi momenti.
D. - Lei pensa che questa sua lettera metterà il
punto sulla vicenda o ci sono incontri futuri in programma con la Fiat?
R.
– Io nella mia lettera di risposta mi sono dichiarato disponibile ad andare in Fiat
per incontrare tutti gli operai. A me non interessa se sono quelli di dentro, quelli
di fuori: a me come vescovo interessano gli operai, il mondo del lavoro e la gente
che grida. Sono tutti miei fratelli, miei amici, ai quali devo dare e devo gridare
la speranza del Vangelo.
D. – Il suo, a fianco di tutti i lavoratori, non è
un atteggiamento isolato ma, come accennava, di tutta la sua Chiesa…
R. – Io
voglio insistere, voglio insistere: io non sono per una parte. La mia Chiesa, con
il vescovo è per tutto il mondo del lavoro, per tutti gli operai, per la loro dignità,
per la dignità delle loro famiglie e per la dignità dei loro giovani. E non condanno
l’impresa, non condanno l’imprenditoria, ma dobbiamo tener presente un’altra logica
e dobbiamo tener presente, prima di tutto, altri valori.