Il Papa a Lampedusa: l'abbraccio con gli immigrati
Papa Francesco è arrivato poco dopo le 9.00 a Lampedusa per il primo viaggio apostolico
del suo Pontificato e prima visita di un Successore di Pietro in quest'isola. L'aereo
papale è arrivato in anticipo rispetto al programma. Il Pontefice è stato accolto
nell'aeroporto dell'isola da mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento.
Giunto a Cala Pisana si è imbarcato su una motovedetta per raggiungere via mare il
Porto di Lampedusa. I pescatori lo hanno accompagnato a distanza con le loro barche.
Il Papa, primo momento toccante del viaggio, ha lanciato in mare una corona di fiori,
in ricordo di quanti hanno perso la vita in mare. Quindi, entrato nel porto, è sceso
sul Molo a Punta Favarolo accolto da alcuni migranti che ha salutato uno per uno,
scambiando qualche parola. Un immigrato ha letto una lettera al Papa in cui lo ha
ringraziato per questa visita, ha chiesto il suo aiuto e ha raccontato le grandi sofferenze
del viaggio che lo hanno portato a Lampedusa: è stato rapito e ora è costretto a rimanere
in Italia. Ha chiesto l'aiuto anche degli altri Paesi europei. Il Papa a sua volta
ha ringraziato gli immigrati per l’accoglienza e ha detto: “Tutti insieme, oggi, pregheremo
l’uno per l’altro e anche per quelli che oggi non sono qui. Grazie!”. Anche il sindaco
di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha ringraziato il Pontefice per la visita. Il Papa ha
risposto: "Sono io che ringrazio voi. Questo è il luogo di sofferenza perché ci sono
ventimila morti sotto il mare". Il Pontefice è poi salito sulla campagnola per raggiungere
il campo sportivo "Arena", in località Salina, per la celebrazione della Messa: qui
è stato accolto da migliaia di persone in festa che hanno praticamente circondato
l'auto del Papa per stringergli le mani e fargli benedire i bambini. Il nostro inviato
a Lampedusa Massimiliano Menichetti:
“Papa Francesco
ti vogliamo bene”, “benvenuto”, “pellegrino del mare”. Sono gli striscioni, i cartelloni
che, insieme alle bandiere bianche e gialle, i Lampedusani hanno sistemato fino a
questa mattina per le vie dove passerà il Papa:
"Per me significa essere
finalmente considerati, considerati dal mondo e da tutti. Perché finora siamo stati
"invisibili". Adesso finalmente ci hanno considerati come esseri umani, come cristiani
e come parte anche dell’Italia e dell’Europa che finora non ci ha considerato assolutamente".
Il
Papa prega vicino a voi vicino agli ultimi. Che effetto ti fa il Papa qui?
"Per
me è come se fosse uno di noi. Lo vedo uno di noi già da quando l’hanno eletto, ho
avuto un’emozione ed una sensazione bellissima".
Per lei che cosa rappresenta
la visita di questo Papa nell’isola?
Io sono una turista: per me la visita
di Papa Francesco - a prescindere che sia una persona molto umile - già ci ha dato
atto di tutte le cose che ha fatto, come si muove, la sua umiltà… Quindi, essere qui
sull’isola per me vuol dire che ha privilegiato gli ultimi. Mi sento anch’io privilegiata
da turista che amo quest’isola da 30 anni. Quindi, mi sento privilegiata. Essere qui
nel momento che lui arriva per me è un’emozione grande. Sento di aver ricevuto un
grande dono spirituale.
Cosa porterà con lei di questa visita del Papa?
Io
- a prescindere dell’amore che provo per lui sin dal momento in cui è stato eletto
- porterò un’emozione ancora più forte e porterò un’esperienza di vita che trasmetterò
a tutti quelli che mi stanno vicino.
Sostegno morale…
E’
il primo Papa che viene su quest’isola. Che cosa significa?
Non so come
spiegarlo. È troppo bello bello… ha deciso di cominciare dagli ultimi, dai confini
dell’Europa. Vuole darci sicuramente un sostegno spirituale, vuole sicuramente essere
di richiamo per quelli che sono stati cechi e sordi.
Se lei potesse dire
una cosa al Papa cosa gli direbbe?
Grazie. È proprio una gioia immensa…
Porta
d’Europa e di speranza, approdo per chi fugge da guerre o persecuzioni, Lampedusa
oggi è ricca di speranza, ma sempre cosente delle tragedie che si consumano a largo
delle sue coste. Ieri sera la preghiera degli isolani, nella Parrocchia di San Gerlando,
ha segnato il cammino di sobrietà di questa prima uscita di Papa Francesco, la prima
visita di un Pontefice all’isola. Densissimo il programma di oggi. Il Pontefice ha
deposto in mare una corona di fiori, per i tanti che sono morti senza vedere questo
avamposto, 20mila secondo le stime le persone che riposano nel blu del Mediterraneo.
E' stato accompagnato da 120 barche di pescatori, i guardiani di queste acque, vere
e proprie ancore di salvezza per migliaia di migranti. Poi ha abbracciato chi varcando
questa porta del Vecchio Continente conserva un fardello che non dimenticherà mai;
quindi la Santa Messa nel campo sportivo. Qui non solo il calice e il pastorale, ma
anche l’ambone sono stati realizzati con i legni delle navi della speranza. Le loro
carcasse giacciono a fianco “dell’Arena” e saranno ben visibili a Papa Francesco.
Poi l’incontro con i volontari e don Stefano Nastasi, parroco di San Gerlando:
"In
realtà si tratta di un ambone realizzato con dei timoni di barca. Ho avuto questa
idea fin dal primo momento, quando ci hanno comunicato che veniva Papa Francesco a
Lampedusa e che ci dovevamo preparare per una celebrazione. Ho fatto questa scelta
sottoponendola naturalmente a Roma - quindi a monsignor Marini - pensando a questo.
Come ambone abbiamo scelto dei timoni, come altare una barca - che ora non è più in
uso - di un vecchio pescatore lampedusano. L’ho già spiegato ma lo ripeto ben volentieri;
si tratta di due parti della Messa: la Parola ed il Pane, da un lato Lampedusa e da
un lato gli immigrati o i migranti, per dire come la liturgia della parola, la liturgia
eucaristica vanno insieme per vivere la celebrazione, per vivere la Messa. Sono due
parti: Parola e Pane, per indicare la vita quotidiana, la forza del cristiano perché
noi attingiamo forza dalla parola e dal pane eucaristico. Queste realtà messe insieme
nella simbologia dell’ambone e dell’altare nel “mare della vita”. Dentro il mio cuore
c’è una comunità che ha agito, che ha sofferto e che ora condivide una gioia. Per
noi è vicinanza forte, profonda, ma è anche un segno per la nostra diocesi di Agrigento,
per questa terra, per questo cuore del Mediterraneo e direi per il mondo intero perché
noi siamo realmente una periferia geografica, noi sperimentiamo la periferia esistenziale.
Il primo viaggio del Papa che parte da qui dice tutto già con la sua stessa presenza".
Il successore di Pietro viene per pregare, rinnovare nella fede, per scuotere
le coscienze dell’Italia, dell’Europa, del mondo intero affinché nessuno mai chiuda
gli occhi davanti all’umanità bisognosa.