Datagate. Snowden: “Se torno negli Usa mi aspettano l’ergastolo o la morte”
“Negli Stati Uniti rischierei l’ergastolo o addirittura la morte”: questo il contenuto
di una lettera datata 30 giugno e scritta da Edward Snowden, l’ex agente della Nsa
da due settimane nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca. Della sua richiesta
di asilo politico si parla in Nicaragua, Bolivia e Venezuela, mentre ieri Cuba si
è schierata in favore dei Paesi sudamericani disposti ad accoglierlo. Roberta Barbi:
Ergastolo o
pena capitale: sarebbe questo il destino che si profilerebbe per Snowden, la “talpa”
che con le sue rivelazioni ha dato origine al “datagate”, se tornasse negli Stati
Uniti. Attesa per oggi la sua decisione se usufruire o meno dell’asilo politico offertogli
da Caracas, mentre ieri sulla questione è intervenuto anche il presidente cubano Raul
Castro, appoggiando il diritto del Venezuela e degli altri Paesi resisi disponibili
ad accoglierlo. Secondo il New York Times, inoltre, un tribunale americano avrebbe
varato una legge che amplia i poteri dell’agenzia Nsa, che potrà quindi raccogliere
dati non solo sulle persone sospettate di terrorismo, ma anche coinvolte in casi di
proliferazione nucleare, spionaggio e attacchi informatici. La stampa brasiliana,
intanto, rivela che gli Usa avrebbero spiato negli ultimi dieci anni cittadini e imprese,
raccogliendo una quantità enorme di intercettazioni. Il governo brasiliano ha immediatamente
chiesto a Washington spiegazioni in merito.