Profondo legame tra fede, amore e verità: "Lumen fidei" presentata in Sala Stampa
vaticana
Ieri mattina in Sala Stampa vaticana si è tenuta la presentazione dell’Enciclica di
Papa Francesco "Lumen fidei". Ad intervenire il cardinale Marc Ouellet, prefetto della
Congregazione dei Vescovi, mons. Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede, e mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. A moderare la conferenza stampa, padre
Federico Lombardi, direttore della stessa Sala Stampa. Il servizio di Debora Donnini:
La luce della
fede che illumina l’uomo e gli permette di scoprire l’amore di Dio. E’ questo il cardine
attorno a cui ruota la riflessione di quanti sono intervenuti oggi in Sala Stampa
vaticana. Mons. Gerhard Ludwig Müller ricorda Abramo e sottolinea come la stessa
storia di Israele sia un passaggio continuo dalla tentazione di adorare gli idoli
alla confessione dei benefici di Dio e al compiersi delle sue promesse fino alla storia
di Gesù in cui tutte le linee della storia di Israele si concentrano. Ma la questione
della fede è inscindibilmente legata all’amore:
“La fede, aprendoci all'amore
che viene da Dio, trasforma il nostro modo di vedere le cose ‘in quanto l'amore stesso
porta in sé una luce’ (n. 26). Anche se all'uomo moderno non sembra che la questione
dell'amore abbia a che fare con la verità - dato che l'amore è oggi relegato nella
sfera dei sentimenti – ‘amore e verità non si possono separare’".
Ed è
la Chiesa, sottolinea ancora, il luogo dove nasce la fede e diventa esperienza che
si può comunicare:
“Senza verità e senza Dio, il sogno dell'universale
fratellanza, partorito dalla modernità, non ha possibilità di realizzarsi ed è destinato
a replicare solo la triste esperienza di Babele. La fraternità, infatti, ‘privata
del riferimento a un Padre comune quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere’
(n. 54). La storia degli ultimi due secoli, purtroppo, ci offre copiosa documentazione
di ciò”.
Quindi mons. Müller evidenzia la continuità del messaggio di Papa
Francesco con Benedetto XVI:
“Questa Lettera enciclica può ben considerarsi
un ‘documento’: essa non ci offre solo parole ma ci documenta la positività dello
sguardo – ed è questa la luce della fede – di una vita che si lascia attrarre e coinvolgere
totalmente da Dio. È questa d'altronde la testimonianza per cui siamo grati sia a
Papa Francesco che a Benedetto XVI, due autentiche luci di fede e di speranza per
l'uomo contemporaneo”.
Cuore dell’intervento del cardinale Marc Ouellet
è il legame della fede con la comunione:
“Questa enciclica parla in realtà
esprimendosi in un 'noi' che non è maiestatis ma bensì di comunione.
Essa parla della fede come d’una esperienza di comunione, di dilatazione dell’io e
di solidarietà nel cammino della Chiesa con Cristo per la salvezza dell’umanità”.
La
fede allarga l’"io" alla dimensione del "noi", espressione questa sottolineata più
volte nel corso della presentazione della nuova Enciclica, e rimanda alla Trinità.
La fede è anche fortemente legata all’amore:
“Sussistono profonde affinità
tra la fede e l’amore senza fine che si promettono l’uomo e la donna che si uniscono
in matrimonio: ‘Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre
un disegno più grande dei propri stessi progetti, che ci sostiene e ci permette di
far dono alla persona amata dell’avvenire tutto intero’”.
Infine mons.
Rino Fisichella sottolinea come questa Enciclica insegni un cammino che il Papa propone
alla Chiesa per recuperare la sua missione nel mondo di oggi, segnato da una crisi
di fede. Mons. Fischella ricorda che Lumen Fidei viene pubblicata nell’Anno
della Fede e che "si chiesto ripetutamente" a Benedetto XVI di scrivere un’Enciclica
sulla fede che in qualche modo concludesse la triade iniziata con la Deus caritas
est e con la Spe salvi. Alla fine l’insistenza ebbe la meglio, racconta
mons. Fisichella, e Benedetto XVI decise che l’avrebbe scritta per offrirla a conclusione
dell’Anno della fede. “La storia ha voluto diversamente”, prosegue mons. Fisichella,
e “Lumen fidei, pur riprendendo alcune intuizioni e alcuni contenuti propri del magistero
di Benedetto XVI, è pienamente un testo di Papa Francesco”. Si ritrova infatti il
suo stile e la peculiarità dei suoi contenuti. Mons. Rino Fisichella:
“L’immediatezza
delle espressioni usate, la ricchezza delle immagini a cui fa riferimento e la peculiarità
di alcune citazioni di autori antichi e moderni fanno di questo testo una vera introduzione
al suo magistero e permettono di conoscere meglio lo stile pastorale che lo contraddistingue.
Solo come esemplificazione, una lettura attenta di queste pagine mostrerà subito che
ritornano con forza tre verbi che Papa Francesco aveva utilizzato nella sua prima
Omelia ai Cardinali il giorno successivo della sua elezione: camminare, costruire,
confessare. Per alcuni versi, si può dire che l’enciclica si struttura su questi tre
verbi e ne specifica i contenuti”.