2013-07-05 19:22:34

Manifestazioni pro-Morsi e scontri in Egitto. Mansour scioglie il Parlamento


Alta tensione in Egitto per il venerdì di manifestazioni organizzate dai sostenitori del deposto presidente Morsi. Almeno tre persone sono rimaste uccise in scontri tra esercito e dimostranti al Cairo, proteste anche ad Alessandria, mentre nel Sinai è stato di allerta. Intanto il presidente ad interim Mansour ha sciolto il Parlamento e nominato il nuovo vertice dell’Intelligence egiziana. Alla Cnn parla il leader dell’opposizione El Baradei: non possiamo permetterci di far fallire il Paese. Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Islamisti e Fratelli Musulmani come avevano promesso sono scesi in piazza per protestare contro la destituzione di Mohammed Morsi: hanno infiammato le strade di Suez, Alessandria, del Cairo: qui, davanti la sede della Guardia Repubblicana, si sono verificati scontri tra esercito e i sostenitori del deposto presidente con un bilancio di 3 morti e diversi feriti. Una vittima anche a Luxor, mentre nella notte una serie di attacchi di gruppi armati ha sconvolto il nord del Sinai. Per questo l’appello alla riconciliazione lanciato dalle Forze Armate che hanno anche messo in guardia da atti di vendetta, mentre dai Fratelli Musulmani è arrivata la richiesta all’esercito di non sparare sulla folla. Intanto punto per punto il presidente ad interim Mansour sta applicando la road map dei militari per facilitare la transizione e dopo la sospensione della Costituzione oggi ha sciolto la Camera alta e nominato un nuovo capo dell’Intelligence. Sul fronte diplomatico: l’Unione africana ha sospeso l’Egitto da tutte le attività come conseguenza del golpe. Una nuova condanna delle violenze è arrivata dall’Onu con l’Alto Commissario per i rifugiati, Navy Pillay che chiede di fermare uccisioni ed arresti. La Turchia, con il premier Erdogan tuona ancora: la destituzione di Morsi è antidemocratica.
Sulle reali motivazioni che hanno portato all’uscita di scena del presidente Morsi, Emanuela Campanile ha intervistato il teologo musulmano Adnane Mokrani, docente di islamistica presso la Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

R. – Io sono stato una settimana fa al Cairo e ho avuto l’opportunità di incontrare persone di diverse tendenze ed ideologie. Credo che l’errore fondamentale che ha fatto Morsi sia stato quello di non saper dialogare, non sapere guadagnare amici e alleati, anche nel fronte islamista. Dunque, alla fine, si è trovato da solo: non ha saputo investire nell’unità nazionale. Perciò questa seconda fase della rivoluzione è stata, in realtà, una "nuova rivoluzione", perché ha avuto una partecipazione enorme, senza precedenti… I Fratelli musulmani - e soprattutto giovani - devono rivedere ora cosa hanno fatto e cercare di trovare una nuova strada, che non è quella dello scontro, ma quella della partecipazione ad una vera democrazia: pluralistica, inclusiva, altrimenti non si potrà andare avanti!

D. – Il popolo egiziano rischia qualcosa?

R. – Quando Morsi è stato eletto, non è stato eletto solamente con i voti dei Fratelli musulmani. Tanti giovani rivoluzionari laici, anche di sinistra hanno scelto lui, perché rappresentava l’unica possibilità contro il vecchio regime: dunque i Fratelli musulmani non costituiscono in Egitto una vera maggioranza. L’unica cosa che temo è che piccoli gruppi dei Fratelli musulmani possano prendere le armi, combattere e cadere nella trappola del terrorismo. Questo è rischioso! Spero che non sarà cosi.

D. – Il fallimento di Morsi può tradursi in un fallimento dell’ideologia dei Fratelli musulmani?

R. – Questo è possibile. Secondo me, questa fase di transizione è necessaria per superare l’ideologia estremista. Questa ideologia è stata presentata come vittima dell’oppressione: adesso, che ha preso il potere, non ha saputo però risolvere problemi, non ha saputo creare un vero consenso. Ha fallito e adesso viene sotterrata. E’ un passaggio quasi obbligatorio verso una democrazia pluralistica, aperta e profonda.







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