La misericordia, il cuore del messaggio di Dio: così Papa Francesco a Santa Marta
Il cuore del messaggio di Dio è la misericordia: è quanto ha affermato venerdì mattina
Papa Francesco nella Messa a Santa Marta commentando il Vangelo della chiamata di
Matteo. Era presente un gruppo di dipendenti del Governatorato. Ha concelebrato col
Papa il cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, nel giorno
in cui è festa nazionale in Venezuela. Il servizio di Sergio Centofanti:
“Misericordia
io voglio e non sacrifici”: il Papa ripete le parole di Gesù ai farisei che criticano
il Signore che mangia con i peccatori. E i pubblicani – spiega - “erano doppiamente
peccatori, perché erano attaccati al denaro e anche traditori della patria” in quanto
riscuotevano le tasse dal loro popolo per conto dei romani. Gesù, dunque, vede Matteo,
il pubblicano, e lo guarda con misericordia:
“E quell’uomo, seduto al
banco delle imposte, in un primo momento Gesù lo guarda e quest’uomo sente qualcosa
di nuovo, qualcosa che non conosceva - quello sguardo di Gesù su di lui - sente uno
stupore dentro, sente l’invito di Gesù: ‘Seguimi! Seguimi!’. In quel momento, quest’uomo
è pieno di gioia, ma è anche un po’ dubbioso, perché è tanto attaccato ai soldi. E’
bastato un momento soltanto - che noi conosciamo come è riuscito ad esprimerlo il
Caravaggio: quell’uomo che guardava, ma anche, con le mani, prendeva i soldi - soltanto
un momento nel quale Matteo dice di sì, lascia tutto e va con il Signore. E’ il momento
della misericordia ricevuta e accettata: ‘Sì, vengo con te!’. E’ il primo momento
dell’incontro, un’esperienza spirituale profonda”.
“Poi viene un secondo
momento: la festa”, “il Signore fa festa con i peccatori”: si festeggia la misericordia
di Dio che “cambia la vita”. Dopo questi due momenti, lo stupore dell’incontro e la
festa, viene “il lavoro quotidiano”, annunciare il Vangelo:
“Questo lavoro
si deve alimentare con la memoria di quel primo incontro, di quella festa. E questo
non è un momento, questo è un tempo: fino alla fine della vita. La memoria. Memoria
di che? Di quei fatti! Di quell’incontro con Gesù che mi ha cambiato la vita! Che
ha avuto misericordia! Che è stato tanto buono con me e mi ha detto anche: ‘Invita
i tuoi amici peccatori, perché facciamo festa!’. Quella memoria dà forza a Matteo
e a tutti questi per andare avanti. ‘Il Signore mi ha cambiato la vita! Ho incontrato
il Signore!’. Ricordare sempre. E’ come soffiare sulle braci di quella memoria, no?
Soffiare per mantenere il fuoco, sempre”.
Nelle parabole evangeliche si
parla del rifiuto di tanti invitati alla festa del Signore. E Gesù è andato a “cercare
i poveri, gli ammalati e ha fatto festa con loro”:
“E Gesù, continuando
con questa abitudine, fa festa con i peccatori e offre ai peccatori la grazia. ‘Misericordia
io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto, infatti, a chiamare i giusti, ma i
peccatori’. Chi si crede giusto, che si cucini nel suo brodo! Lui è venuto per noi
peccatori e questo è bello. Lasciamoci guardare dalla misericordia di Gesù, facciamo
festa e abbiamo memoria di questa salvezza!”.