Bilancio Santa Sede: il ruolo delle attività caritative e pastorali
Le dimensioni economiche delle attività caritative e pastorali legate alla Santa Sede
sono davvero rilevanti e oggi possono essere conosciute nei dettagli grazie alle novità
dei Bilanci consuntivi consolidati pubblicati giovedì scorso. Ce ne parla Davide
Dionisi:
I Bilanci consuntivi consolidati della Santa Sede per l’anno 2012
presentano alcune novità rilevanti, che non appaiono alla sola lettura del Comunicato
conclusivo della riunione del Consiglio dei Cardinali detto “dei 15”. E ciò soprattutto
per quel che attiene alle attività “pastorali” e “di carità” che fanno capo alla Santa
Sede. Finora, la presentazione tradizionale dei bilanci consolidati della Santa Sede
comprendeva solo due aree principali: da una parte le attività che fanno capo al Governatorato
dello Stato della Città del Vaticano e dall’altra quelle che fanno capo alla Curia
Romana (Congregazioni, Pontifici Consigli, Rappresentanze Pontificie, Attività di
comunicazione sociale…). Dalla Santa Sede, però, dipendono anche tante altre attività
importanti, con una dimensione economica significativa, che perciò rientrano nella
competenza della Prefettura degli Affari Economici quanto al controllo dei bilanci,
e di cui è stata pubblicata recentemente per la prima volta una presentazione sistematica
nel Sito della Prefettura degli Affari Economici.
Si tratta anzitutto di attività
che possono essere definite “pastorali”, come le Basiliche maggiori, i Santuari che
dipendono dalla Santa Sede, le parrocchie pontificie, i Penitenzieri e altre Istituzioni
minori. Anche le attività “caritative” sono una realtà molto grande, che comprende
ad esempio le Pontificie Opere Missionarie, l’Obolo di San Pietro, la Caritas Internationalis,
l’Elemosineria Apostolica, la Fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” e la ROACO
(Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali). La Prefettura degli Affari Economici, come
appare dal suo Sito, si è impegnata per la prima volta a formulare un bilancio consuntivo
consolidato anche di queste due importanti aree di attività.
La prima, quella
“pastorale”, presenta rispettivamente entrate e uscite per oltre 70 milioni di Euro,
con un risultato leggermente positivo. La seconda, quella “caritativa”, presenta entrate
e uscite per circa 275 milioni di Euro, anche in questo caso con un risultato leggermente
positivo. E’ interessante osservare che un tale volume di attività economica è di
per sé superiore a quello dello stesso Stato della Città del Vaticano (261 milioni
di entrate) o a quello dell’intera Curia (250 milioni di entrate). Si tratta, cioè
di oltre 275 milioni di euro che vengono ricevuti e successivamente distribuiti per
attività caritative. Ed è importante notare come il 98% delle entrate nel settore
della carità derivano dalle donazioni dei fedeli e il 92% delle uscite è destinato
alla distribuzione delle stesse donazioni per le finalità a cui sono destinate.
Ciò
vuol dire che il denaro che entra, esce effettivamente per le attività a sostegno
di chi soffre o è in difficoltà. Solo in piccolissima parte viene destinato al personale
e all’organizzazione, a differenza di quanto avviene in molte altre istituzioni. Evidentemente
la carità è, e resta, un impegno molto importante non solo della Chiesa universale,
ma anche della Santa Sede. In conclusione, è da apprezzare che una presentazione più
comprensiva e allo stesso tempo dettagliata dei bilanci economici delle tante istituzioni
che fanno capo alla Santa Sede permetta di far comprendere meglio che essa, aldilà
delle attività di governo della Chiesa universale e di comunicazione, promuove una
vastissima attività caritativa.