Papa Francesco: siamo figli di Dio, nessuno ci può rubare questa carta d'identità
Noi siamo figli di Dio grazie a Gesù, nessuno ci può rubare questa carta d’identità:
è quanto ha affermato giovedì mattina Papa Francesco durante la Messa a “Casa Santa
Marta”. Ha concelebrato con il Papa, il cardinale indiano Telesphore Placidus Toppo,
arcivescovo di Ranchi. Il servizio di Sergio Centofanti:
Al centro dell’omelia
del Papa il Vangelo della guarigione di un paralitico. Gesù all’inizio gli dice: “Coraggio,
figlio, ti sono perdonati i peccati”. Forse – afferma Papa Francesco - questa persona
è rimasta un po’ “sconcertata“ perché desiderava guarire fisicamente. Poi, dinanzi
alle critiche degli scribi che fra sè lo accusavano di bestemmiare - “perché soltanto
Dio può perdonare i peccati“ - Gesù lo guarisce anche nel corpo. In realtà – spiega
il Pontefice – le guarigioni, l’insegnamento, le parole forti contro l’ipocrisia,
erano “soltanto un segno, un segno di qualcosa di più che Gesù stava facendo“, cioè
il perdono dei peccati: in Gesù il mondo viene riconciliato con Dio, questo è il “miracolo
più profondo”:
“Questa riconciliazione è la ricreazione del mondo: questa
è la missione più profonda di Gesù. La redenzione di tutti noi peccatori e Gesù questo
lo fa non con parole, non con gesti, non camminando sulla strada, no! Lo fa con la
sua carne! E’ proprio Lui, Dio, che diventa uno di noi, uomo, per guarirci da dentro,
a noi peccatori“.
Gesù ci libera dal peccato facendosi Lui stesso “peccato“,
prendendo su di sé “tutto il peccato“ e “questa – ha detto il Papa - è la nuova creazione“.
Gesù “scende dalla gloria e si abbassa, fino alla morte, alla morte di Croce“ fino
a gridare: “Padre, perché mi hai abbandonato!”. Questa “è la sua gloria e questa è
la nostra salvezza“:
“Questo è il miracolo più grande e con questo cosa
fa Gesù? Ci fa figli, con la libertà dei figli. Per questo che ha fatto Gesù noi possiamo
dire: ’Padre’. Al contrario, mai avremmo potuto dire questo: ’Padre!’. E dire ’Padre’
con un atteggiamento tanto buono e tanto bello, con libertà! Questo è il grande miracolo
di Gesù. Noi, schiavi del peccato, ci ha fatto tutti liberi, ci ha guarito proprio
nel fondo della nostra esistenza. Ci farà bene pensare a questo e pensare che è tanto
bello essere figlio, è tanto bella questa libertà dei figli, perché il figlio è a
casa e Gesù ci ha aperto le porte di casa… Noi adesso siamo a casa!“.
Adesso
– ha concluso il Papa - si capisce quando Gesù dice: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati
i peccati!”.
“Quella è la radice del nostro coraggio. Sono libero, sono
figlio… Mi ama il Padre e io amo il Padre! Chiediamo al Signore la grazia di capire
bene questa opera sua, questo che Dio ha fatto in Lui: Dio ha riconciliato con sé
il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione e la grazia di
portare avanti con forza, con la libertà dei figli, questa parola di riconciliazione.
Noi siamo salvati in Gesù Cristo! E nessuno ci può rubare questa carta di identità.
Mi chiamo così: figlio di Dio! Che bella carta di identità! Stato civile: libero!
Così sia“.