Il card. Scherer: situazione migliorata, ma necessaria riforma amministrazione Santa
Sede
Il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo metropolita di San Paolo del
Brasile, fa parte del Consiglio di Cardinali per lo Studio dei Problemi organizzativi
ed economici della Santa Sede. Al microfono di Silvonei Protz, il porporato
brasiliano ci riferisce sulla riunione di questi giorni in Vaticano:
R. - Il resoconto
ha dimostrato che è cambiata la situazione: negli anni scorsi abbiamo sempre registrato
una situazione in rosso, in negativo, questa volta invece abbiamo registrato un cambiamento,
una situazione leggermente migliorata. Resta comunque, sempre, il bisogno di una ristrutturazione
dell’insieme dell’amministrazione della Santa Sede, perché le risorse non sono abbondantissime
e soprattutto non sono risorse su cui si possa contare in anticipo. Si deve, infatti,
dipendere dalla buona volontà, dalla generosità dei fedeli. Certo che ci sono anche
entrate prevedibili, come quelle degli affitti. Ci sono i Musei Vaticani, poi, le
cui entrate dipendono comunque dai visitatori. Grazie a Dio, però, ci sono molti visitatori.
Gli ingressi dei Musei Vaticani sono generosi, grazie a Dio. D’altra parte, c’è senz’altro
un grande bisogno di orientare nel migliore dei modi i beni a disposizione, perché
servano al bene della Chiesa, della vita e della missione della Chiesa. La Santa Sede
non possiede certo beni per accumularli: i beni a disposizione della Santa Sede sono
orientati al compimento della missione della Santa Sede, della Chiesa, del Santo Padre
e del servizio del Santo Padre nei confronti della Chiesa in tutto il mondo. Devo
dire che anche se ci sono sempre cose da migliorare, l’insieme di quello che abbiamo
ascoltato è stato molto positivo.
D. – La Radio Vaticana s’inserisce in questo
quadro? E’ una spesa, infatti, non indifferente per la Santa Sede, ma uno strumento
per la voce del Papa...
R. – Certo, la Radio Vaticana entra nell’insieme dell’amministrazione
della Santa Sede ed è anche un carico di spese non indifferente. D’altra parte, la
Radio Vaticana è a servizio proprio della missione della Chiesa, soprattutto per far
sentire nel mondo la voce del Santo Padre, la voce della Chiesa, anche in quei punti
dove altrimenti non arriverebbe: in Paesi distanti, in Paesi ancora chiusi, che non
fanno risuonare facilmente la voce della Chiesa nei loro contesti culturali. La Radio
Vaticana, quindi, ha sempre, ancora, un ruolo importante. Oggi magari dovrebbe chiamarsi
Centro Multimediale, perché da quello che sappiamo utilizza diversi tipi di mezzi
di comunicazione e media. Questo è positivo e va nel senso dello sviluppo delle nuove
tecnologie di comunicazione e la rende sempre più efficace. Certo, tutto questo comporta
anche un costo non indifferente, che deve essere supportato in qualche modo nell’insieme
del fabbisogno della Santa Sede.