2013-07-03 14:26:10

Anziani soli: piaga sociale anche in Italia, alleviata da decine di migliaia di volontari


“Anziani mai soli: abbiamo bisogno di volontari”. A lanciare l’appello è l’Auser, associazione attiva in Italia con una rete capillare sul territorio in aiuto soprattutto della terza età. Roberta Gisotti ha intervistato il presidente nazionale dell’Associazione, Enzo Costa. RealAudioMP3

In tempi di crisi si parla sempre di giovani disoccupati, di imprese che chiudono, di licenziamenti, di famiglie in sofferenza. Si parla forse poco degli anziani: in Italia sono quasi 13 milioni, quelli oltre i 65 anni, il 14% della popolazione. Enzo Costa:

R. - Dalle chiamate che stiamo ricevendo, ci siamo resi conto che il disagio sociale sta crescendo pesantemente; un disagio che anno dopo anno continua ad aumentare. La nostra rete rimane attiva, ma l’anziano che viene lasciato solo, sta diventando un fenomeno generalizzato, soprattutto d’estate. D’estate finisce per venire meno anche quel minimo di solidarietà familiare che dovrebbe sempre accompagnare l’anziano, e sappiamo benissimo che non sempre è così. A noi servono volontari, perché attraverso il numero verde non solo teniamo compagnia telefonicamente a questi anziani, ma anche fisicamente a chi lo richiede, e li aiutiamo nei piccoli lavori a domicilio, nella consegna della spesa, dei pasti, delle medicine … Diventiamo un punto di riferimento, che per una persona anziana - normalmente fragile - può essere davvero una cosa molto importante.

D. - Lei ha detto: “L’anziano viene sempre più spesso lasciato solo”. Ha colpito tutto il mondo, la legge varata in Cina che obbliga i figli ad accudire i genitori anziani. Ma siamo anche noi su quella strada?

R. - Noi siamo molto lontano da quella strada. Se andiamo a guardare il nostro Codice civile, vediamo che questo impone ai figli di farsi carico dei genitori anziani, ma è un’imposizione che non viene minimamente praticata. Abbiamo 48 mila volontari distribuiti in tutto il territorio nazionale, che si occupano principalmente di anziani. Riceviamo, attraverso il nostro numero verde, 2 milioni 360 mila chiamate l’anno. Questo per darle un termine di paragone del fenomeno. Quelle chiamate corrispondono poi - quasi sempre - ad un intervento di prossimità che noi facciamo. Ci occupiamo di accompagnare l’anziano ad una visita specialistica, facciamo del trasporto sociale. Con la centralizzazione degli ospedali e la chiusura delle strutture sanitarie più piccole, ci troviamo spesso ad avere un ospedale ogni 10 o 20 comuni; ciò significa allontanare la struttura sanitaria dalla residenza di un anziano. Per una persona attiva può non essere un problema, ma per un anziano diventa un problema, a volte logistico, altre economico, in quanto spostarsi è un costo. Lei sa meglio di me che la stragrande maggioranza delle pensioni sono al di sotto della soglia di povertà. Una parte consistente dei nuovi poveri sono i nostri anziani, perché siamo una società che dimentica quello che le persone fanno per una vita per costruire progresso sociale, ricchezza generalizzata, o anche maldistribuita come in questo tempo. Purtroppo, ce ne dimentichiamo! Ieri abbiamo chiuso, insieme alle altre associazioni che si occupano di anziani, un progetto per una legge che parli di invecchiamento attivo. In ogni fase della vita si può dare qualcosa a sé stessi, al prossimo, in base alle conoscenze che una persona ha acquisito per tutta la vita. Certo, un anziano la dà con più lentezza, ma noi non possiamo essere una società che corre dove, chi è capace di correre è dentro, e chi non lo è viene emarginato e letteralmente ghettizzato.

D. - Questo vostro appello va in questo senso, insomma, di non dimenticarli?

R. - Chi ha bisogno di un aiuto, chi vuol ritrovare il piacere della solidarietà - perché la solidarietà è un valore e anche un piacere quando la si incontra - può chiamarci. Il numero verde è 800995988. É attivo tutti i giorni dalle 8 del mattino alle 20 della sera.







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