Anziani soli: piaga sociale anche in Italia, alleviata da decine di migliaia di volontari
“Anziani mai soli: abbiamo bisogno di volontari”. A lanciare l’appello è l’Auser,
associazione attiva in Italia con una rete capillare sul territorio in aiuto soprattutto
della terza età. Roberta Gisotti ha intervistato il presidente nazionale dell’Associazione,
Enzo Costa.
In tempi di
crisi si parla sempre di giovani disoccupati, di imprese che chiudono, di licenziamenti,
di famiglie in sofferenza. Si parla forse poco degli anziani: in Italia sono quasi
13 milioni, quelli oltre i 65 anni, il 14% della popolazione. Enzo Costa:
R.
- Dalle chiamate che stiamo ricevendo, ci siamo resi conto che il disagio sociale
sta crescendo pesantemente; un disagio che anno dopo anno continua ad aumentare. La
nostra rete rimane attiva, ma l’anziano che viene lasciato solo, sta diventando un
fenomeno generalizzato, soprattutto d’estate. D’estate finisce per venire meno anche
quel minimo di solidarietà familiare che dovrebbe sempre accompagnare l’anziano, e
sappiamo benissimo che non sempre è così. A noi servono volontari, perché attraverso
il numero verde non solo teniamo compagnia telefonicamente a questi anziani, ma anche
fisicamente a chi lo richiede, e li aiutiamo nei piccoli lavori a domicilio, nella
consegna della spesa, dei pasti, delle medicine … Diventiamo un punto di riferimento,
che per una persona anziana - normalmente fragile - può essere davvero una cosa molto
importante.
D. - Lei ha detto: “L’anziano viene sempre più spesso lasciato
solo”. Ha colpito tutto il mondo, la legge varata in Cina che obbliga i figli ad accudire
i genitori anziani. Ma siamo anche noi su quella strada?
R. - Noi siamo molto
lontano da quella strada. Se andiamo a guardare il nostro Codice civile, vediamo che
questo impone ai figli di farsi carico dei genitori anziani, ma è un’imposizione che
non viene minimamente praticata. Abbiamo 48 mila volontari distribuiti in tutto il
territorio nazionale, che si occupano principalmente di anziani. Riceviamo, attraverso
il nostro numero verde, 2 milioni 360 mila chiamate l’anno. Questo per darle un termine
di paragone del fenomeno. Quelle chiamate corrispondono poi - quasi sempre - ad un
intervento di prossimità che noi facciamo. Ci occupiamo di accompagnare l’anziano
ad una visita specialistica, facciamo del trasporto sociale. Con la centralizzazione
degli ospedali e la chiusura delle strutture sanitarie più piccole, ci troviamo spesso
ad avere un ospedale ogni 10 o 20 comuni; ciò significa allontanare la struttura sanitaria
dalla residenza di un anziano. Per una persona attiva può non essere un problema,
ma per un anziano diventa un problema, a volte logistico, altre economico, in quanto
spostarsi è un costo. Lei sa meglio di me che la stragrande maggioranza delle pensioni
sono al di sotto della soglia di povertà. Una parte consistente dei nuovi poveri sono
i nostri anziani, perché siamo una società che dimentica quello che le persone fanno
per una vita per costruire progresso sociale, ricchezza generalizzata, o anche maldistribuita
come in questo tempo. Purtroppo, ce ne dimentichiamo! Ieri abbiamo chiuso, insieme
alle altre associazioni che si occupano di anziani, un progetto per una legge che
parli di invecchiamento attivo. In ogni fase della vita si può dare qualcosa a sé
stessi, al prossimo, in base alle conoscenze che una persona ha acquisito per tutta
la vita. Certo, un anziano la dà con più lentezza, ma noi non possiamo essere una
società che corre dove, chi è capace di correre è dentro, e chi non lo è viene emarginato
e letteralmente ghettizzato.
D. - Questo vostro appello va in questo senso,
insomma, di non dimenticarli?
R. - Chi ha bisogno di un aiuto, chi vuol ritrovare
il piacere della solidarietà - perché la solidarietà è un valore e anche un piacere
quando la si incontra - può chiamarci. Il numero verde è 800995988. É attivo tutti
i giorni dalle 8 del mattino alle 20 della sera.