2013-07-02 11:14:24

L'economista Jeffrey Sachs: l'etica guidi le scelte economiche per il bene delle nuove generazioni


Riscoprire la Dottrina sociale della Chiesa per costruire un’etica universale, ma nello stesso tempo abolire i paradisi fiscali, trasformare l’agricoltura intensiva e le aziende inquinanti, solo così ci allontaneremo dal baratro della crisi e dalla povertà. Sono queste le linee guida date dall’economista Jeffrey Sachs direttore dellEarth Institute della Columbia University, nel convegnoPovertà, beni pubblici e sviluppo sostenibile – Le sfide globali del nuovo millennio”, che si è tenuto lunedì in Vaticano, alla Pontificia Accademia delle Scienze. L’incontro, è stato organizzato dall’Accademia internazionale per lo Sviluppo economico e sociale con il patrocinio dell’associazione Greenaccord Onlus. Per una riflessione sullo sviluppo sostenibile, Marina Tomarro ha intervistato proprio l'economista Jeffrey Sachs:RealAudioMP3

R. - We are in a new world era …
Ci troviamo in una nuova era mondiale dove la minaccia della povertà, l’esclusione sociale, i rischi ambientali e il malgoverno si mescolano. Quindi abbiamo bisogno di un’etica universale che ci aiuti a trovare un modo per combinare i traguardi economici, sociali e ambientali con i quali governare; questo è lo sviluppo sostenibile.

D. - Le crisi che stanno tormentando diverse parti del mondo, possono essere collegate con i cambiamenti climatici?

R. - Certainly. The growing climate changing …
Certamente. I cambiamenti climatici, sempre più frequenti, le violente inondazioni, l’estrema siccità, violenti temporali, hanno reso la vita economica più difficile, più pericolosa e sempre meno stabile. Allo stesso tempo, c’è la necessità di riorientare il sistema economico affinché non vengano provocati ulteriori danni al pianeta. Quindi, lo sviluppo sostenibile guarda alle nuove strategie economiche basate su risorse energetiche più sicure, nuove tecniche agricole, nuovi tipi di mezzi di trasporto, nuova organizzazione delle città. Questa è la sfida maggiore che ci troviamo ad affrontare e per la quale ci vorranno in totale venti o trenta anni complessivamente per riorientare l’economia mondiale. E’ una cosa urgente e bisogna iniziare adesso, e purtroppo i nostri governi mondiali non hanno ancora iniziato.

D. - Cosa dovrebbero fare secondo lei i governi del mondo per arginare questi cambiamenti climatici così veloci e così disastrosi per tutte le popolazioni del pianeta?

R. - I suggested in my talk today …
Nel mio intervento ho suggerito che prima di tutto bisogna iniziare ad affrontare il problema seguendo un’etica universale condivisa per capire quanto sia fondamentale il fatto che tutto il mondo cooperi al rispetto della creazione e alle forze naturali del pianeta; che vi sia il rispetto non solo verso l’altro oggi, ma anche verso le generazioni future, affinché possiamo essere dei buoni esempi per il futuro. Quindi se seguiamo un’etica universale saremo in grado di trovare delle soluzioni pratiche. Nei diversi Paesi ci sono diverse opzioni che dipendono dall’energia eolica, solare, i sistemi di trasporto… Ma senza la componente morale sarà molto difficile trovare la cooperazione e l’accordo di cui abbiamo bisogno a livello globale per riuscire nel nostro intento.

Ultimo aggiornamento: 3 luglio







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