L'economista Jeffrey Sachs: l'etica guidi le scelte economiche per il bene delle nuove
generazioni
Riscoprire la Dottrina sociale della Chiesa per costruire un’etica universale, ma
nello stesso tempo abolire i paradisi fiscali,trasformare l’agricoltura intensiva
e le aziende inquinanti, solo così ci allontaneremo dal baratro della crisi e dalla
povertà. Sono queste le linee guida date dall’economista Jeffrey Sachsdirettore
dell’Earth Institute della Columbia University, nel convegno “Povertà,
beni pubblici e sviluppo sostenibile – Le sfide globali del nuovo millennio”, che
si è tenuto lunedì in Vaticano, alla Pontificia Accademia delle Scienze. L’incontro,
è stato organizzato dall’Accademia internazionale per lo Sviluppo economico e sociale
con il patrocinio dell’associazione Greenaccord Onlus. Per una riflessione sullo sviluppo
sostenibile, Marina Tomarro ha intervistato proprio l'economista Jeffrey
Sachs:
R. - We
are in a new world era … Ci troviamo in una nuova era mondiale dove la minaccia
della povertà, l’esclusione sociale, i rischi ambientali e il malgoverno si mescolano.
Quindi abbiamo bisogno di un’etica universale che ci aiuti a trovare un modo per combinare
i traguardi economici, sociali e ambientali con i quali governare; questo è lo sviluppo
sostenibile.
D. - Le crisi che stanno tormentando diverse parti del mondo,
possono essere collegate con i cambiamenti climatici?
R. - Certainly. The growing
climate changing … Certamente. I cambiamenti climatici, sempre più frequenti, le
violente inondazioni, l’estrema siccità, violenti temporali, hanno reso la vita economica
più difficile, più pericolosa e sempre meno stabile. Allo stesso tempo, c’è la necessità
di riorientare il sistema economico affinché non vengano provocati ulteriori danni
al pianeta. Quindi, lo sviluppo sostenibile guarda alle nuove strategie economiche
basate su risorse energetiche più sicure, nuove tecniche agricole, nuovi tipi di mezzi
di trasporto, nuova organizzazione delle città. Questa è la sfida maggiore che ci
troviamo ad affrontare e per la quale ci vorranno in totale venti o trenta anni complessivamente
per riorientare l’economia mondiale. E’ una cosa urgente e bisogna iniziare adesso,
e purtroppo i nostri governi mondiali non hanno ancora iniziato.
D. - Cosa
dovrebbero fare secondo lei i governi del mondo per arginare questi cambiamenti climatici
così veloci e così disastrosi per tutte le popolazioni del pianeta?
R. - I
suggested in my talk today … Nel mio intervento ho suggerito che prima di tutto
bisogna iniziare ad affrontare il problema seguendo un’etica universale condivisa
per capire quanto sia fondamentale il fatto che tutto il mondo cooperi al rispetto
della creazione e alle forze naturali del pianeta; che vi sia il rispetto non solo
verso l’altro oggi, ma anche verso le generazioni future, affinché possiamo essere
dei buoni esempi per il futuro. Quindi se seguiamo un’etica universale saremo in grado
di trovare delle soluzioni pratiche. Nei diversi Paesi ci sono diverse opzioni che
dipendono dall’energia eolica, solare, i sistemi di trasporto… Ma senza la componente
morale sarà molto difficile trovare la cooperazione e l’accordo di cui abbiamo bisogno
a livello globale per riuscire nel nostro intento.