La Lev pubblica “I want you”, un libro per preparare i giovani alla Gmg di Rio
“I want you – Chiamata e missione, l’avventura dei dodici continua”: è il titolo del
nuovo libro di Maria Rosa Poggio, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, per
preparare i giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Rio de Janeiro
dal 23 al 28 luglio. Con questo libro in carta lucida, dai colori giallo, verde e
blu come nella bandiera brasiliana, si comunica ai giovani che la straordinaria missione
degli Apostoli non è conclusa ma continua come un’avventura tutta da vivere. Elisa
Sartarelli ha intervistato l’autrice, Maria Rosa Poggio:
R. - Io ho pensato
di strutturare questo lavoro in modo tale che tutti i ragazzi - dai 16 anni fino ai
25 anni - possano trovare qualche cosa che possa essere utilizzabile. In realtà lo
strumento non è uno strumento continuo, è uno strumento che è diviso, è in sezioni,
in modo tale che il testo possa essere affrontato a livelli differenti di complessità
e anche di approfondimento. Noi siamo purtroppo abituati a leggere i testi biblici
così o magari sentirli leggere soltanto in Chiesa e avere un commento più morale che
non un commento che possa andare alla ricerca di un vero senso del testo.
D.
- Tutto è a misura di ragazzo, con inserti che descrivono i personaggi, il contesto
storico, insieme ad approfondimenti. Ci sono anche domande che permettono ai ragazzi
di interagire con il testo e qui potrebbero partecipare i genitori…
R. - A
dire il vero il testo potrebbe essere utilizzato, anche molto bene, ad una lettura
in famiglia, perché il testo biblico dovrebbe anche essere letto in famiglia. Il testo
lascia la libertà di creare un percorso, perché non è detto che tutti i brani siano
sempre utili nel momento: quindi si può andare a cercare il brano o una serie di brani
che potrebbero essere collocati tra di loro, dando la priorità dell’importanza, e
la Resurrezione mi pare che sia primario come momento di approfondimento e di annuncio.
Essendo uno strumento fatto per livelli, laddove ci sono dei figli che non sono ancora
in grado di arrivare ai livelli più complessi è il genitore che può fare questo tipo
di mediazione; laddove, invece, i ragazzi hanno gli strumenti culturali per poter
fare da soli, potrebbero essere addirittura i giovani che lavorano direttamente con
i genitori, perché potrebbe anche esserci la situazione inversa: il giovane che ha
molti più strumenti, anche a livello linguistico, a livello culturale e può fare questo
tramite nei confronti dei genitori. Avremmo quindi addirittura una catechesi di ritorno
dei giovani sui genitori.
D. - “I want you” è una preparazione alla Gmg di
Rio e soprattutto un modo per avvicinarsi al compito di essere apostoli del terzo
millennio…
R. - Sì, apostoli del terzo millennio perché il problema di oggi
è che si dà quasi per scontato che l’annuncio lo debba fare qualcun altro, che lo
debbano fare gli adulti, lo debbano fare i preti, lo debbano fare le suore, lo debba
fare qualcuno che è investito di un ministero. Ma il problema è che il cristiano è
chiamato ad insegnare, ad essere annunciatore del Vangelo laddove si trova. Questo
compito spetta a tutti, ma soprattutto ai giovani. Ecco, il titolo che ho scelto -
voglio proprio te, non voglio qualcun altro - vuol far riflettere proprio su questo:
l’invito di Gesù è fatto ad ognuno e ognuno è chiamato e ognuno ha la responsabilità
di questo Vangelo che deve essere trasmesso, evitando così di trasformare il cristianesimo
in un qualche cosa che somiglia a un vago messaggio morale, ad un vago buonismo a
cui siamo molto abituati. Invece, dai brani che sono stati scelti si vede che è una
chiamata personale e tutti i giovani si devono sentire chiamati personalmente.