In Egitto si sfalda l'esecutivo. Oggi scade l'ultimatum dell'opposizione al presidente
Morsi
Egitto. Pressing sul presidente Morsi che ieri sera ha avuto un colloquio telefonico
con il suo omologo statunitense Obama. Respinto l’ultimatum dell’esercito ormai schierato
accanto alla piazza, oggi scade quello dell’opposizione che ha promesso disobbedienza
civile se Morsi non lascerà. Intanto si allunga la lista dei ministri che si sono
dimessi – l’ultimo è quello degli Esteri – e l’Onu mette in guardia da un possibile
effetto domino sulla regione. Venti morti e oltre 800 i feriti nelle violenze di questi
giorni. Giuseppe Acconcia:
Il presidente
egiziano Mohammed Morsi ha respinto l’ultimatum dell’esercito, che ha chiesto entro
48 ore alle forze politiche di realizzare le richieste dei contestatori. Le forze
di sicurezza hanno anche annunciato l’arresto di 15 guardie del corpo del leader carismatico
della Fratellanza, Khairat Al-Shater. Non solo, i milioni di manifestanti scesi domenica
in piazza sono pronti a tornare in strada oggi se Morsi non dovesse dimettersi entro
questo pomeriggio alle 17. D’altra parte, la leadership dei Fratelli Musulmani in
Egitto valuta di proporre un referendum popolare sulla destituzione del presidente
Morsi per superare la crisi politica. Ieri, è stata depredata e incendiata la sede
della Fratellanza di Moqattam al Cairo. Mentre all’aeroporto di Sharm El Sheikh sono
rimasti bloccati un centinaio di turisti italiani. E la crisi politica si allarga.
Quattro ministri hanno rassegnato dimissioni irrevocabili. Ha lasciato anche il consigliere
militare di Morsi, Sami Anan. Dal canto suo, il presidente degli Stati Uniti Barack
Obama, che ha avuto un colloquio telefonico con Morsi, si è detto preoccupato per
l’escalation e ha invitato le parti a dialogare.