Cina, vietato abbandonare gli anziani: nuova legge impone ai figli di accudirli
Una nuova legge in Cina tutela il diritto degli anziani ad essere accuditi dai figli.
Oggi sono circa 185 milioni gli ultrasessantenni in Cina, destinati a raddoppiare
entro il 2030. La normativa ha aperto un vivace dibattito nel Paese, soprattutto nei
siti on line, oltre che suscitare interesse a livello internazionale. Roberta Gisotti
ha intervistato Francesco Sisci, corrispondente a Pechino de "Il Sole 24 Ore".
20 giorni di
permesso l’anno a chi lavora da dedicare ai genitori, telefonare, visitarli portando
con sé anche coniuge e figli, assisterli nei bisogni quotidiani, sanità, pratiche
amministrative, socialità, ricreazione e sport, aiuti economici. Vietato dunque abbandonare
ma anche trascurare i genitori, pena multe pecuniarie ed anche detentive per i recidivi.
Francesco Sisci, perché questa legge, cosa sta accadendo agli anziani cinesi?
R.
– Direi che è innanzitutto il segno di una rivoluzione sociale: se il governo deve
fare una legge per proteggere i diritti degli anziani vuol dire che è crollato il
valore principale della famiglia cinese, quella fondata sul rispetto, anzi sull’adorazione
quasi degli anziani. Gli anziani non sono più i capi famiglia, non sono più l’oggetto
intorno a cui si avvolge la grande famiglia. Gli anziani sono le persone che devono
essere in qualche modo eliminate o trascurate. Questo è accaduto per la rivoluzione
sociale di questi ultimi 30 anni, che ha distrutto i valori tradizionali della società
confuciana ma anche per un fatto oggettivo. Spesso, infatti, le famiglie di figli
unici si trovano prese in una morsa: da soli, due figli unici, devono prendersi cura
di quattro genitori anziani e poi magari di due figli, perché i figli unici invece
hanno la possibilità di avere due figli invece che un figlio solo. Quindi, l’onere
non solo finanziario ma anche affettivo di cura e di attenzione diventa enorme.
D.
– Come scrive un blogger, ci si chiede se la pietà filiale, che dovrebbe essere naturale,
può essere imposta per legge...
R. – Certamente un intervento dello Stato non
è sostitutivo ma almeno pone un argine, dice che la pietà filiale dovrebbe essere
rispettata.
D. - Una presa d’atto dello Stato che comunque pone un problema
molto grave anche in prospettiva, adesso che questo Paese si è aperto ai modelli di
un’accelerata industrializzazione e di assimilazione ai modelli capitalistici…
R.
– Sì, è il combinato disposto di due elementi: questa occidentalizzazione estrema,
questa americanizzazione, direi spinta, che fa del culto della gioventù, dell’efficienza,
il modello unico e, d’altro canto, i limiti oggettivi del peso economico e di attenzione
dovuto al figlio unico. Questo combinato, naturalmente, ha fatto esplodere l’ultimo
valore fondamentale della cultura confuciana e quindi lo Stato è intervenuto, direi
positivamente in questo caso.