2013-07-01 13:20:58

Onu: si può dimezzare il numero di affamati. La produzione alimentare può sfamare il doppio della popolazione mondiale


L’Onu ritiene di poter raggiungere l’obiettivo di Sviluppo del Millennio di dimezzare entro il 2015 il numero di persone che soffrono di fame nel mondo. La notizia è stata diffusa da un rapporto reso noto ieri. Dagli anni ’90 ad oggi la percentuale di persone denutrite è scesa infatti dal 23,2% al 14,9. E questo nonostante la crisi economica globale. In proposito Debora Donnini ha sentito il prof. Vincenzo Buonomo, capo ufficio della missione della Santa Sede presso la Fao:RealAudioMP3

R. - Già durante la conferenza della Fao la scorsa settimana era emerso il fatto che 18 Paesi hanno raggiunto ormai la sufficienza dal punto di vista alimentare, tanto che la metà della popolazione che soffre la fame è in qualche modo libera da questo grande peso. Era un dato significativo proprio in questo momento. Si aggiunga il fatto che altri 20 Paesi sarebbero sulla strada per poter arrivare allo stesso obiettivo e questo ancora circa mille giorni prima della scadenza del 2015, che era previsto come scadenza ultima.

D. - Da che cosa dipende questo?

R. - Di fatto emerge da una volontà politica dei diversi Paesi che sono riusciti a dare piena attuazione ai rapporti della Fao, delle Nazioni Unite, riguardanti l’aumento della produzione e l’aspetto della distribuzione, che è l’aspetto maggiormente evidente quando ci sono situazioni di fame, cioè la mancata possibilità delle popolazioni di accedere al mercato degli alimenti sia per un problema di carattere strettamente economico sia per problemi derivanti da conflitti o da catastrofi naturali.

D. - Secondo lei questo dimostra anche che l’aumento della popolazione non è quel fenomeno allarmante che molti paventano, ma può addirittura portare sviluppo?

R. - La questione è molto chiara dal punto di vista dei dati. Secondo i dati della Fao, l’attuale produzione mondiale di alimenti è in grado di sfamare il doppio della popolazione attuale. Quindi credo che questo sia un dato che va letto in tutta la sua complessità. Aggiungiamo che circa un terzo della produzione è in qualche modo non utilizzata per fini alimentari: o viene sprecata o utilizzata per altre finalità. Penso soltanto alla questione della produzione di alcuni biocarburanti... Ritorna quindi il problema dell’effettiva distribuzione e disponibilità. Aggiungiamo anche che nell’ultimo periodo sta ritornando l’idea di investire in agricoltura perché è necessario che la produzione mondiale mantenga un certo ritmo. Questo però va letto in un contesto più ampio che vede invece una riduzione dell’assistenza pubblica allo sviluppo nell’ultimo periodo, diminuita nell’ultimo anno quasi del 13% e questo significa che poche briciole vanno agli investimenti nell’agricoltura.

D. - Quali sono i Paesi dove invece ancora è veramente allarmante il numero di popolazione denutrita?

R. - Parliamo nel mondo di 870 milioni di affamati e di circa due miliardi e mezzo di persone malnutrite. In particolare le situazioni di crisi in questo momento sono nella zona dell’Africa subsahariana e del Corno d’Africa. Ci sono poi situazioni endemiche anche in alcune aree del Sudest asiatico, mentre c’è una ripresa dal punto di vista della disponibilità di alimenti in alcune zone dell’Asia caucasica che invece fino a qualche tempo fa avevano problemi di carenze alimentari. Certamente questo tocca soprattutto le fasce più deboli delle popolazioni come bambini, donne e gruppi minoritari che molto spesso sono esclusi dalla possibilità di ricevere aiuti o anche di poter disporre di alimenti.

Ultimo aggiornamento: 2 luglio







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