Egitto: opposizione in piazza contro Morsi. Il presidente: "Non mi dimetto"
Il presidente egiziano Morsi non rassegnerà le dimissioni nonostante le proteste dell’opposizione,
che proseguono ormai da diversi giorni. È lo stesso capo di Stato ad affermarlo in
un’intervista al quotidiano britannico “The Guardian”, proprio mentre oggi, nell’anniversario
del suo insediamento, l’appello a manifestare lanciato dal movimento detto dei ‘Ribelli’
ha raccolto numerose adesioni. Il servizio di Davide Maggiore:
“Ci possono
essere dimostrazioni, ma non si può mettere in discussione la legittimità di un presidente
democraticamente eletto”. È la risposta di Morsi alle proteste annunciate in tutto
il Paese e soprattutto agli otto cortei che oggi, al Cairo, puntano a convergere sul
palazzo presidenziale e su piazza Tahrir, dove si sono radunate migliaia di persone.
“Se cambiassimo qualcuno eletto secondo la legittimità costituzionale ci sarà chi
si opporrà anche al nuovo presidente e una settimana o un mese dopo chiederanno anche
a lui di dimettersi”, ha proseguito il capo dello Stato. Anche i sostenitori di Morsi
sono in piazza, e di fronte al timore di scontri si sono moltiplicati gli appelli
alla pace. Al-Azhar, la più importante istituzione religiosa dell’islam sunnita, ha
chiesto a tutti di “evitare la violenza” e così ha fatto anche l’ex candidato presidenziale
d’opposizione Hamdeen Sabbahi, che pure sostiene le proteste. “Il pacifismo è la nostra
arma”, ha ricordato Sabbahi, condannando le recenti aggressioni contro alcune sedi
dei Fratelli Musulmani, movimento a cui aderisce Morsi. Il presidente, da parte sua,
ha attribuito questi disordini a elementi del “vecchio regime” di Mubarak. Nell’ultima
settimana, gli scontri tra oppositori e sostenitori di Morsi hanno fatto 8 vittime.