Lo scandalo Datagate tocca l'Europa: secondo informazioni di stampa l’americana National
Security Agency, avrebbe effettuato uno spionaggio sistematico ai danni di istituzioni
e privati cittadini europei. Nel mirino delle intercettazioni soprattutto la Germania
che parla di “clima da guerra fredda”. E mentre la Commissione europea chiede immediate
spiegazioni a Washington, tuona il presidente dell’Europarlamento Shultz: tutto ciò
rischia di incrinare gravemente i rapporti con gli Usa. Cecilia Seppia:
Dopo la Cina
ed Hong Kong lo scandalo Datagate travolge anche l’Europa. E’ il settimanale Der Spieghel
a dar conto di massicce intercettazioni sia via internet sia telefoniche, di istituzioni,
e ambasciate europee, in particolare francesi e tedesche. Il Guardian, che inizialmente
ne aveva parlato, fa invece retromarcia e rimuove l’articolo dal web, giudicando la
fonte inaffidabile: nel testo un giornalista imputava il coinvolgimento di sette Paesi
europei fra i quali l’Italia nel controverso programma Prism, per aiutare appunto
Washington nella raccolta di dati personali. Notizia questa subito smentita dagli
007 italiani, che parlano di collaborazione in funzione anti-terrorismo. Oltre all’ex
informatico della Cia, Edward Snowden, ancora bloccato all’aeroporto di Mosca, spunta
così un’altra talpa: Wayne Madsen, ex luogotenente della Marina americana che per
dodici anni ha lavorato alla NSA. Uno scandalo enorme, lo definisce l’Europarlamento,
che chiede spiegazioni immediate. Forte l’indignazione di Berlino: con il ministro
della Giustizia Schnarrenberger, che afferma: la vicenda ricorda l’atteggiamento che
si teneva durante la guerra fredda.