Venerdì di sangue in Egitto: tre vittime tra di loro un americano
Si temeva un venerdì di violenza in Egitto e così è stato. Ad Alessandria scontri
tra sostenitori ed oppositori del presidente Morsi hanno provocato almeno tre vittime,
tra di loro anche un americano. Gli Stati Uniti hanno autorizzato l’evacuazione di
una parte dello staff dell’ambasciata Al Cairo, sconsigliando ai cittadini americani
di raggiungere l’Egitto. Benedetta Capelli:
L’Egitto è spaccato
a metà: da una parte la Fratellanza Musulmana che sostiene il presidente Morsi; dall’altra
l’opposizione che per domani, nel primo anniversario dell’elezione del capo dello
Stato, ha convocato un’imponente manifestazione di piazza. Due anime dunque che si
contrappongono anche in tafferugli e scontri. Ieri sera ad Alessandria l’ultimo atto;
prima l’assalto alla sede locale della Fratellanza Musulmana poi l’incendio all’edificio.
Tre i morti tra di loro un americano di 28 anni, 140 i feriti. Immediatamente gli
Stati Uniti hanno ordinato l’evacuazione di una parte del personale dell’ambasciata
Al Cairo ed hanno lanciato un allarme sicurezza per coloro che intendono recarsi in
Egitto. A seguire un'esplosione di natura ancora incerta a Port Said ha causato un
morto e diversi feriti durante un raduno contro Morsi: secondo alcune fonti a saltare
in aria sarebbe stata una bombola di gas di un ambulante, secondo altri un ordigno.
E le piazze del Paese ancora una volta si sono riempite e divise. Piazza Tahir è stata
scenario per l’opposizione; quella antistante la moschea di Rabaa per i sostenitori
di Morsi. In vista di domani, cresce intanto la preoccupazione. El Baradaei, esponente
del fronte contro il capo dello Stato, ha invitato alla calma. “Più pacifici siamo
– ha scritto su twitter - più forti diventiamo”.