2013-06-29 10:44:21

La Chiesa brasiliana denuncia l'aumento delle violenze sugli indios


Luìs Badilla Morales, Radio Vaticana
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In Brasile, ma anche in Colombia e Argentina, ci sono minoranze indigene che subiscono le violenze dei proprietari terrieri, latifondisti. Una questione che sta molto a cuore a Papa Francesco che ha recentemente ricevuto Félix Díaz, leader dell’etnia Qom della comunità argentina “La Primavera”. E' un vero e proprio scontro culturale e antropologico tra chi considera la terra un mezzo per arricchirsi e popolazioni indigene che hanno con essa un legame ontologico. Persone che si considerano esseri umani dotati di libertà e dignità, nella misura in cui possono vivere sulla propria terra. Nel momento in cui la terra gli viene tolta, spesso in modo violento, o reagiscono con altrettanta violenza o si abbandonano a comportamenti autolesionistici: come il suicidio o l'alcolismo. Il governo brasiliano, teoricamente, ha delle buone leggi. Ma in realtà - come denuncia il rapporto - fa molto poco per risolvere la questione. Dovrebbe infatti 'marcare' le terre degli indios per proteggerle dallo sfruttamento selvaggio, ma la procedura va avanti molto lentamente.

Pubblicato il Rapporto del Consiglio Missionario Indigeno, (Cimi) - istituzione pastorale della Chiesa del Brasile - sulle violenze contro i popoli aborigeni. Dati gravissimi sull'aumento delle violenze contro le popolazioni indigene dell'America latina. Secondo il rapporto, nel 2012 è stato assassinato un aborigeno ogni sei giorni. In particolare, negli ultimi dieci anni, 2002-2012, in Brasile sarebbero stati uccisi 563 indigeni nel contesto della grande questione della proprietà della terra che vede opporsi indios e latifondisti e vede protagonisti, spesso, gruppi armati assoldati dai grandi proprietari. (A cura di Fabio Colagrande)








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