Chiuso il vertice Ue:risultati concreti contro la disoccupazione giovanile
Si è chiuso ieri il vertice Ue, dedicato a fare il punto sull'Unione bancaria e monetaria
dopo l'intesa all'Ecofin sulla risoluzione delle crisi bancarie. Soddisfazione del
premier Letta sui fondi ottenuti per l’Italia: "li useremo - dice - in favore dell’occupazione
giovanile". Da Bruxelles, Laura Forzinetti:
A Bruxelles
in coda al vertice dei capi di stato e di governo il premier italiano Enrico Letta
ha commentato “io credo che ci sia da sorridere per i risultati”. Ed in effetti una
volta tanto da Bruxelles arrivano non solo buone intenzioni, ma passi concreti. Innanzitutto
per l'occupazione giovanile. L'Unione ha stanziato ulteriori 3 miliardi di euro che
vanno ad aggiungersi ai sei già previsti per combattere la disoccupazione giovanile,
piaga di tutti i paesi dell'Unione. L'Italia è particolarmente soddisfatta perché
porta a casa un miliardo e mezzo da spendere per aiutare l'impiego dei giovani. Un
miliardo nei prossimi due anni e il resto nei successivi. A Berlino a giorni verranno
identificati i modi pratici migliori per impiegare a buon fine queste risorse. Buone
notizie anche sulla prospettiva dell'Unione bancaria che andrà realizzata entro l'anno.
Su questo fronte arriva l'assicurazione che i conti correnti inferiori a 100.000 euro
dei cittadini europei verranno garantiti dai vari stati membri. La Banca Europea degli
Investimenti continuerà a godere della tripla A , ma non c'è stata la spinta che l'Italia
avrebbe voluto per maggiori investimenti. Infine dal vertice escono promosse l'ingrersso
della Croazia nell'unione, della Lettonia nell'euro da gennaio e, sempre dal primo
di gennaio, i negoziati di adesione con la Serbia.
E sul tema lavoro è
intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale
italiana, il quale ha detto di prendere atto di quanto ha fatto il governo ma che
comunque servono altri passi. Alessandro Guarasci ha sentito il sottosegretario
al Lavoro, Carlo Dell’Aringa:
R. - Si tratta
di aumentare le risorse necessarie per combattere la disoccupazione giovanile. Dopo
di che va ricordato che le politiche del lavoro possono, sì, aiutare in quella direzione,
ma devono essere accompagnate anzitutto da politiche fiscali e politiche monetarie,
che in Europa sinora sono state troppo prudenti e troppo orientate a garantire l’equilibrio
dei conti pubblici e della stabilità monetaria. Devono essere maggiormente indirizzate
alla ripresa produttiva e alla creazione di posti di lavoro.
D. - Uno dei grossi
handicap delle aziende italiane è il cuneo fiscale: possiamo pensare, in futuro, a
una tassazione più omogenea in tutta Europa sul lavoro?
R. - Il nostro basso
livello di competitività in Europa dipende da un cuneo fiscale che è troppo elevato.
Quindi uno degli obiettivi primari, anche di questo governo, è quello di ridurre questo
cuneo fiscale e di chiedere in Europa che si possano effettivamente liberare risorse
in questa direzione, senza che queste gravino su quei target di bilancio pubblico,
che noi in ogni caso garantiamo di raggiungere.